Firenze vanta molti primati nel mondo: Quasi tutti dedicati all’arte o alla finanza del tempo dei Medici. Molti non sanno o non vogliono ricardare che il primo motore termico è nato proprio a Firenze grazie all’ingegno di Eguenio Barsanti e Felice Matteucci. Per cercare di riportare al livello che compete tre studenti della facoltà di architettura iscritti al corso di laurea in disegno industriale hanno discusso la loro tesi dall’affascinante tema che per adesso è un sogno ma che Lorenzo Bruni, Rosario Lobosco e Daniele Pelle sperano diventi una realtà: “Un museo dell’automobile a Firenze”. In un primo momento sembrava che la cosa potesse finire nel dimenticatoio. Ci ha pensato la filiale fiorentina della Volkswagen a rilanciare l’idea approfittando dell’inaugurazione della ristrutturazione della sede. Sempre più presente nel tessuto cittadino i responsabili locali della comunicazione della casa tedesca hanno pensato bene di cogliere l’occasione per cercare di suscitare entusiasmo negli appassionati delle mondo dei motori, iniziando dalla nascita del primo motore termico.
Un sogno nel cassetto, come è stato intitolato, il progetto potrebbe diventare realtà. Ma bisogna farlo conoscere il più possibile. Strada facendo il sogno ha preso campo nella preparazione della tesi, grazie alla guida del professore Massimo Grandi e di Sergio Turini correlatore esterno e socio del Club Auto Moto d’Epoca Toscano (CAMET) che vede l’ipotesi di realizzazione sui terreni davanti a Villa Montalvo a Campi Bisenzio. «L’idea della tesi – spiegano i due ragazzi – ci è venuta dalla condivisione di una passione per i motori e per il fatto che volevamo fare qualcosa di innovativo e il professor Grandi ci ha dato la possibilità di farlo. Abbiamo iniziato a lavorarci a gennaio 2011. Nove mesi intensi di lavoro, dove però ci siamo anche divertiti». Fra le curiosità certamente quella della località scelta. In molti non sanno che il motore a scoppio è nato a Firenze grazie alla genialità di Eguenio Barsanti e Felice Matteucci che sperimentarono il primo propulsore a combustione nel 1853 quando depositarono presso l’Accademia dei Georgofili la prima memoria storica sul motore a scoppio. La paternità di questa scoperta fino al 2003 è stata attribuita a due ingegneri prussiani Otto e Langen come del resto la medaglia d’oro dell’esposizione internazionale di Parigi del 1867. Poi Barsanti, morì e dal 1954 riposa in Santa Croce, mentre Matteucci riposa a Villa Montalvo nella piccola Cappella dedicata alla devozione di Sant’Andrea Avellino. Per saperne di più basta seguire la conferenza nella nuova sede Volkswagen di via pratese giovedì alle ore 11.