Il controllo della fauna selvatica, per come è gestito dalla Toscana, è legittimo. Lo afferma la Corte Costituzionale, che rigetta così il ricorso di WWF, ENPA, LAV e LAC, nella sentenza 21 del 17 febbraio.
Sono quindi corretti gli atti adottati della Regione Toscana che, per il controllo del numero degli animali selvatici, individuano le guardie venatorie volontarie, le guardie giurate private e gli operatori volontari appartenenti al mondo venatorio. Tutti adeguatamente formati e sempre sotto il coordinamento della Polizia provinciale e della Polizia della Città metropolitana.
Per superare i problemi legati all’aumento di ungulati, che si è verificato negli ultimi anni in Toscana, la Regione ha posto misure di contrasto. Con il coinvolgimento delle Polizie provinciali e l’ausilio delle Guardie venatorie e dei cacciatori abilitati, negli ultimi anni sono stati ottenuti importanti risultati mediante gli interventi di controllo.
Grazie anche a questi interventi i danni alle colture agricole sono passati dai 3,4 milioni di euro del 2017 a 1,1 milioni nel 2018 e nel 2019. Anche il numero di denunce per sinistri stradali in cui sono rimasti coinvolti gli ungulati è passato da 430 nel 2016 a 90 nel 2019. Numeri che dimostrano la correttezza degli indirizzi adottati e impegnano la Regione ad andare avanti.
“Questa sentenza rappresenta una rilevante conferma degli indirizzi approvati dalla Regione Toscana – ha commentato la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Si scongiura così il blocco delle attività di controllo della fauna selvatica, che ha visto un preoccupante aumento di ungulati nel corso del 2020 e che oggi mettono a serio rischio le attività agricole”.