Cinque mesi dopo avere lanciato la sfida delle primarie, Pier Luigi Bersani e’ il candidato premier del centrosinistra. Non per statuto, come avrebbe potuto, ma per investitura popolare: il segretario del Pd ha battuto Matteo Renzi con il 60,9% dei voti contro il 39,1% del sindaco di Firenze. Oltre 2,6 milioni gli elettori tornati alle urne, mezzo milione in meno del primo turno. Bersani ha confermato il suo successo nelle grandi citta’, al Nord e al Sud e si e’ ripreso le regioni ‘rosse’ e ha ceduto il passo a Renzi solo in Toscana e a Firenze in particolare. Le polemiche per le regole che hanno tormentato la campagna elettorale fino all’ultimo giorno sono state alla fine spazzate via dal risultato e lo ha sportivamente ammesso subito lo stesso Renzi. “La vittoria di Bersani e’ netta”, ha detto poco dopo avere telefonato al segretario del Pd per congratularsi.
Prime dichiarazioni di Bersani Cosi’ quando e’ salito sul palco del teatro Capranica per ringraziare volontari e sostenitori, a dati ormai consolidati, Bersani ha parlato con la certezza che la sua non sia una vittoria a meta’. E per questo ha parlato da candidato premier che punta a unire il suo partito, compresi quelli che lo hanno sfidato, e tutto il centrosinistra verso elezioni nel 2013 che potrebbero arrivare anche prima del previsto, se il Pdl restera’ determinato a chiedere il voto il 10 febbraio. “Da domani devo fare due cose. Primo riuscire a dare un forte profilo di governo e di cambiamento al centrosinistra. Secondo, devo predisporre il percorso e gli spazi per dare occasione alla nuova generazione”, ha assicurato tenendo fede a quella promessa di cambiamento fatta a ogni pie’ sospinto negli ultimi mesi. La sfida di governo e’ a un passo. E il segretario del Pd ha ribadito che la sua sara’ una campagna improntata alla verita’. “Dobbiamo vincere, ma non si puo’ vincere a qualsiasi prezzo, raccontando favole perche’ poi non si governa. Siccome la mamma della demagogia e del populismo e’ sempre incinta, noi dobbiamo prendere un’altra via. Dobbiamo vincere senza raccontare favole”, ha insistito. E vincere assieme. “Qui non c’e’ un uomo solo al comandao, si governa con il popolo”. E chi ci sara’ dall’altra parte non sembra preoccuparlo. “Io sono qui, poi chi arriva arriva?”.(
Incontro con Renzi