È stato siglato, nei giorni scorsi, il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Il documento, firmato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta e dai Segretari generali Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil) si propone di riformare e rendere più efficiente la pubblica amministrazione.
Una formula che non convince a pieno l’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale Firenze-Pistoia. Al momento, l’aumento mensile lordo per gli infermieri si dovrebbe infatti attestare a 97 euro. Il taglio del cuneo fiscale dovrebbe poi portare a un bonus di 100 euro al mese per chi ha redditi fino a 28mila euro annui (e poi a scalare fino ad azzerarsi per redditi pari oi al di sopra di 40.000 euro). In questo caso i 100 euro di bonus fiscale si intendono al netto in busta paga. Oltre che in base al comparto le cifre variano anche da un settore all’altro: per esempio, negli enti locali un lavoratore in organico inquadrato al livello A avrebbe un aumento da 60,30 euro al mese, mentre per un dirigente si tratterebbe si salirebbe di 334 euro.
«Gli infermieri si aspettavano una valorizzazione più dignitosa – spiega Danilo Massai, presidente di Opi Firenze – Pistoia -. L’Italia resta ancora il fanalino di coda dell’Europa in tema di compensi per gli infermieri».