”Ingenti capitali di dubbia provenienza e tentativi sistematici di corrompere i rappresentanti degli enti committenti”. Sono gli elementi su cui si stanno concentrando le attenzioni della procura di Firenze nell’inchiesta sui lavori svolti su commissione di Autostrade per l’Italia. Oltre agli imprenditori, indagati, le indagini riguardano anche ”tecnici collusi”. Delle nove persone indagate e perquisite dalla Dia di Firenze nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Firenze su lavori autostradali ritenute “responsabili della reiterata, viziata esecuzione”, quattro apparterrebbero a una famiglia legata al clan camorristico D’Alessandro di Castellamare di Stabia, mentre due sarebbero prestanome
Secondo gli investigatori, da parte di imprenditori e tecnici ci sarebbero state ”fraudolente modifiche dei disegni progettuali, soprattutto nella parte relativa alle saldature delle pensiline” per ovviare ”alle ripetute contestazioni di non conformita’ dei lavori da parte delle varie stazioni appaltanti”. Al momento e’ in corso una serie di perquisizioni in varie citta’ d’Italia, condotte dal Centro operativo Dia di Firenze, coadiuvato dai Centri operativi Dia di Napoli e Roma e dal Comando provinciale carabinieri dell’Aquila. Le indagini riguardano lavori ai ”caselli autostradali di Firenze Nord (A1), Valdarno (A1), Viareggio, Rosignano (LI) (A12), del nuovo cavalcavia in ferro e del nuovo casello autostradale di Capannori (LU), loc. Frizzone (A11)”. Gia’ diversi procedimenti penali sono aperti in alcune procure per ”la comprovata cattiva esecuzione delle opere pubbliche”.(