“Ormai abbiamo imparato a conoscerlo. Sta accumulando dati e informazioni, poi ci illustrerà il decreto…”. Un ministro non nega che il lavoro sul green pass sia tutto nelle mani del premier Draghi che si sta rapportando con gli altri leader europei e con il mondo scientifico, che poi metterà sul tavolo un modello che si avvicina a quello del presidente della Repubblica Macron, anche se sarà più soft.
Ormai è deciso che si andrà per fasi. Per poter cenare al chiuso servirà aver fatto una prima dose di vaccino, poi a settembre ne saranno necessarie due. Al momento il provvedimento, che conterrà anche la proroga della scadenza fino a fine dicembre, varrà solo per l’immediato. Ovvero per mettere nero su bianco i criteri per partecipare ai grandi eventi, come concerti e discoteche, oppure come comportarsi negli spazi chiusi e nei viaggi a lunga percorrenza. Per quanto riguarda la scuola e il trasporto pubblico se ne parlerà più avanti.
I partiti hanno preso posizione ma ci sono pochi margini per mettersi di traverso. Draghi è determinato ad agire prima che la curva dei contagi salga a livello degli altri Paesi europei. Prima è previsto il confronto con le regioni che fanno scudo sulla possibilità di applicare il green pass anche alle zone bianche e poi si aprirà una vera interlocuzione con i partiti.
La Lega rivendicherà la possibilità di riaprire le discoteche ma Salvini resta fortemente contrario a un sistema che nelle intenzioni dell’esecutivo deve premiare chi ha esposto il braccio per la siringa.
“Assurdo escludere dalla vita sociale 30 milioni di italiani. Bisogna invogliare e portare al vaccino chi è sopra i 60 anni, senza parlare di multe. Sento raccapriccianti proposte di obblighi vaccinali per i ragazzini di 13 anni e per gli insegnanti, proposte incredibili di licenziamenti di lavoratori”, protesta Salvini.
Ma nel partito di via Bellerio c’è anche chi, pur essendo critico sul green pass, ritiene che occorrerebbe non esporsi per evitare di fare il controcanto al premier. E vorrebbe che si tenesse una linea più netta sulla necessità che si vaccinino tutti. Ma sulla gestione della nuova fase c’è al momento fibrillazione soprattutto tra il governo e i presidenti di Regioni, la maggior parte dei quali a guida centrodestra.
Oggi alla Conferenza delle Regioni si è deciso di aspettare le mosse del governo. Sul tavolo va avanti un dialogo sui parametri da introdurre per le fasce a colori, ovvero con l’introduzione di nuove soglie che comprenderanno i numeri delle ospedalizzazioni.
“Bisogna permettere in sicurezza la ripresa di attività fino ad oggi non consentite o limitate”, la linea dei ‘governatori’ che hanno proposto inoltre che il passaggio da zona bianca a gialla avvenga con il 30% dei posti letto occupati negli ospedali e il 20% nelle terapie intensive.