Dopo gli scontri di Roma c’è chi invoca lo scioglimento di Forza Nuova, ma il pluralismo è il sale della democrazia, come spiega all’Adnkronos il costituzionalista Alfonso Celotto. “La Costituzione è molto chiara: non vieta nessuna opinione, neanche l’opinione fascista. E’ vietata la riorganizzazione, la ricostruzione del partito fascismo e la legge Scelba chiarisce cosa è il reato di apologia del fascismo. Secondo la sentenza numero 1 del 1957 della corte costituzionale ‘l’apologia del fascismo, per assumere carattere di reato, deve consistere non in una difesa elogiativa, ma in una esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista. Ciò significa che deve essere considerata non già in sé e per sé, ma in rapporto a quella riorganizzazione, che è vietata'”, spiega l’esperto.
L’estremismo di idee “può essere anche tollerato, perché in Italia sono vietate due tipologie di opinioni, una per Costituzione – la ricostituzione del partito fascista – e una per legge – il negazionismo sugli olocausti -. Se gli inquirenti dimostrano che Forza Nuova vuole ricostituire il partito fascista la possono anche sciogliere altrimenti Forza Nuova, Casapound, gli estremismi di destra e di sinistra vanno mantenuti perché rientrano nel pluralismo costituzionale delle idee”, sottolinea. Ad ogni modo, “Fenomeni come quelli di ieri preoccupano perché il diritto di manifestare il pensiero c’è sempre ed è sempre libero, ma – come dice l’articolo 17 della Costituzione – ‘pacificamente e senza armi’, cioè con la violenza non si può mai manifestare”, sottolinea.
Alla domanda del perché si parla tanto di fascismo, replica: “Come diceva Umberto Eco nella sua bella lezione americana, il fascismo è eterno, nel senso che è un tipo di idee, di approccio, alla vita e alle idee politiche. Bisogna capire e distinguere di cosa si parla, anche perché credo che negli ultimi anni la dizione ‘fascista’ abbia perso la sua connotazione storica propria e sia diventata un’offesa anche un po’ generica, senza rendersi conto nella profondità della gravità storica di quello che fu il fascismo”, conclude il costituzionalista Celotto.