Un potenziale pericolo per il nostro pianeta, il rischio di un impatto fatale per la Terra con un oggetto che arriva dall’Universo come quello che ha decretato la fine dei dinosauri. E’ decollata con successo e con l’obiettivo di evitare un epilogo così l
a prima missione spaziale che andrà a sperimentare la deviazione di un asteroide. La missione Dart della Nasa è partita con un Falcon 9 di Space X alle 7,23 ora italiana dalla base californiana di Vandenberg con a bordo il microsatellite italiano LiciaCube, acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids, un gioiello tecnologico made in Italy di soli 30x20x10cm e di circa 13 chilogrammi. Il microsatellite è un progetto dell’Asi realizzato interamente negli stabilimenti della società italiana Argotec di Torino ed è il primo satellite costruito nel nostro Paese ad affrontare un viaggio nello spazio profondo.
Obiettivo della missione Dart-Double Asteroid Redirection Test della Nasa è deviare la rotta della luna Dimorphos grande 170 metri c
he abita intorno all’asteroide Didymos. Il sistema orbita intorno al Sole e la missione Dart punta a sperimentare come spostarne il cammino per scongiurare un giorno un impatto che più tragico per la Terra. Il viaggio di Dart e LiciaCube – che filmerà l’impatto documentandone ogni passaggio – durerà circa 10 mesi e il rendez vous con l’asteroide avverrà a 11 milioni di chilometri dalla Terra. “Registriamo ad oggi impatti continui con oggetti piccolissimi con il nostro pianeta e questa missione servirà a farci sperimentare se saremo capaci di modificare la rotta di un asteroide potenzialmente pericoloso. Il piccolo cubesat LiciaCube dell’Agenzia Spaziale Italiana avrà un compito altamente sfidante in questa missione di difesa planetaria unica nel suo genere che aprirà la strada a molte altre mission e non è un caso che tale incarico sia stato affidato all’Italia – unico partner internazionale della missione – a conferma della solidità dei rapporti bilaterali tra Nasa ed Asi e dell’affidabilità dell’industria nazionale e del team scientifico composto da enti di ricerca ed università italiane” ha spiegato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Gioirgio Saccoccia, nel corso dell’evento organizzato nella sede dell’Asi per seguire in diretta il lancio di Dart e LiciaCube. Madrina e moderatrice dell’incontro è stata la conduttrice Licia Colò che ha dialogato sul palco dell’Asi con l’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea Luca Parmitano, l’ad di Argotec, David Avino, l’astrofisica Barbara Negri, responsabile dell’Unità Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana, e il famoso disegnatore ‘spaziale’ Leo Ortolani.
Per raggiungere gli asteroidi Didymos e Dimorphos di cui dovrà essere deviata la rotta, ha spiegato Negri, “dietro c’è tutto un calcolo di dinamica orbitale, un complesso calcolo di traiettorie”. E l’azione di colpire Dimorphos, ha osservato ancora l’astrofisica dell’Asi, “è un altro capitolo strategico di questa missione che vuole sventare una minaccia dal cielo”. David Avino, Ceo di Argotec, ha osservato che “dopo circa due anni di lavoro, questa mattina è stato davvero suggestivo poter assistere alla partenza del microsatellite LiciaCube completamente progettato e realizzato all’interno dei nostri stabilimenti di Torino”. “La piattaforma satellitare di Argotec è tra le più avanzate tecnologicamente al mondo, in grado di operare nello spazio profondo garantendo elevate prestazioni nonostante le dimensioni ridotte. Siamo davvero orgogliosi -ha detto Avino- di essere a bordo di una missione della Nasa così ambiziosa e di futura utilità per la difesa planetaria. Il prossimo appuntamento è fissato per l’autunno 2022 quando, dal nostro centro di controllo di Argotec a Torino, supporteremo in tempo reale le attività del satellite: dal rilascio dalla sonda americana fino all’acquisizione di immagini ad alta risoluzione dell’impatto di Dart”.
Obiettivo della missione è quello di raggiungere, nell’autunno del prossimo anno, il sistema binario composto dall’asteroide Didymos e dal suo satellite Dimorphos e far impattare ad alta velocità contro quest’ultimo la sonda americana Dart mentre LiciaCube, rimanendo a distanza di sicurezza, avrà il compito di fotografare e acquisire i dati dell’impatto per verificare se l’asteroide devierà la sua traiettoria. Dart sarà quindi il primo test, in scala reale, della tecnica di impatto cinetico a scopo di Difesa Planetaria per la salvaguardia della Terra, qualora in futuro si creino situazioni di pericolo causate da oggetti celesti che intersecano l’orbita terrestre. Nessuno dei due asteroidi rappresenta una minaccia per la Terra, ma la loro orbita attorno al Sole li fa transitare abbastanza vicino al nostro pianeta da permettere ai telescopi di osservare le conseguenze della collisione di Dart e calcolare quanto la missione sarà stata efficace nel modificare la traiettoria di Dimorphos a seguito dell’impatto. La variazione del periodo di rivoluzione di quest’ultimo intorno al suo più massiccio compagno roccioso verrà misurata nelle fasi immediatamente successive all’impatto e poi in maniera cumulativa per i mesi e gli anni successivi. In aggiunta a quanto rilevato da Terra, saranno le immagini acquisite da LiciaCube a fornire elementi unici acquisiti in situ e nei momenti appena successivi all’impatto, rilevanti anche per la misura della deflessione orbitale. Il team scientifico di LiciaCube, tutto italiano, comprende ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), del Politecnico di Milano, delle Università di Bologna e Parthenope di Napoli, dell’Ifac-Cnr di Firenze, ed è coordinato da Elisabetta Dotto (Inaf). Nei mesi scorsi Inaf ha coordinato con il Telescopio Nazionale Galileo (Tng) una campagna di osservazioni spettroscopiche dell’asteroide Didymos che copre tutta la rotazione dell’oggetto.
Dart potrà verificare la possibilità di modificare l’orbita del più piccolo asteroide del sistema doppio Didymos attraverso l’impatto della sonda americana, alla velocità di circa 21.000 chilometri orari, a circa 11 milioni di chilometri dalla Terra. LiciaCube, dopo un viaggio di circa 11 mesi a bordo di Dart, si separerà dalla sonda Nasa qualche giorno
prima dell’impatto per diventare ‘un fotoreporter’ nello spazio e acquisire immagini ad alta risoluzione del cratere e dei detriti generati dalla collisione, per consentire una valutazione completa degli effetti dell’impatto. Tutti i dati prodotti in questa fase della missione saranno fondamentali per verificare l’efficacia della capacità di variazione dell’orbita degli asteroidi tramite questa tecnica. Inoltre, i team scientifici italiani coordinati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e americani coordinati dalla Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (Apl) utilizzeranno i dati acquisiti da Dart e LiciaCube per investigazioni sulla natura e composizione dell’asteroide e per determinare con una accuratezza maggiore gli effetti che ha avuto l’impatto di Dart. LiciaCube avrà, inoltre, modo di acquisire immagini dell’emisfero non impattato, per studiare la superficie dell’asteroide.
LiciaCube si basa sulla piattaforma Hawk 6 di Argotec, si tratta di un microsatellite di dimensioni 30x20x10 cm
, in gergo un 6U, ed è provvisto di un’ottica molto potente e un software di intelligenza artificiale progettato e sviluppato nei laboratori italiani di Argotec, sarà in grado di effettuare il riconoscimento degli oggetti celesti nel campo di vista della camera, di attuare in modo autonomo manovre orbitali e di catturare immagini e dati scientifici che saranno indispensabili nella validazione di questa tecnica per la difesa della Terra da potenziali minacce esterne come gli asteroidi, ha spiegato il team di LiciaCube di Argotec in collegamento con Asi da Torino. Un “team tutto composto da giovanissimi” come ha sottolineato l’ad di Argotec, David Avino, nel corso del collegamento in diretta dalla sede dell’Asi.