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Covid oggi Italia, Gimbe: “Contagi in aumento da 5 settimane”

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Covid oggi Italia, “per la quinta settimana consecutiva aumentano a livello nazionale i nuovi casi settimanali” di Covid-19, che segnano un “+27%, con una media mobile a 7 giorni più che quadruplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 9.866 il 23 novembre”. Lo sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, nel monitoraggio indipendente relativo alla settimana dal 17 al 23 novembre. Sette giorni in cui i nuovi casi passano da 54.370 a 69.060, ma crescono anche del 15,8% i ricoverati con sintomi (+627, 4.597 vs 3.970), del 16,4% i pazienti in terapia intensiva (+79, 560 vs 481) e dell’8,7% i decessi (437 vs 402, di cui 25 riferiti a periodi precedenti), in media 62 al giorno rispetto ai 57 della settimana precedente. Le persone in isolamento domiciliare salgono del 25,6% (+30.408, 149.353 vs 118.945), i casi attualmente positivi del 25,2% (+31.114, 154.510 vs 123.396). “L’aumento della circolazione virale è ben documentato dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 14,7%) – osserva Cartabellotta – sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 6,3%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,27%)”.  

In tutte le regioni, tranne la Basilicata – è la ‘mappa’ settimanale disegnata da Gimbe – si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, con variazioni che vanno dal +1,3% della Toscana al +124,3% della Valle D’Aosta. In 92 province si registra un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100mila abitanti: in Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto tutte le province superano questa soglia. E in 18 province si contano oltre 150 casi per 100mila abitanti: Trieste (674), Gorizia (492), Bolzano (442), Forlì-Cesena (311), Padova (274), Rimini (249), Aosta (248), Ravenna (214), Treviso (213), Venezia (213), Vicenza (200), Pordenone (186), Udine (183), Fermo (172), Ascoli Piceno (166), Belluno (162), La Spezia (162) e Imperia (160). 

“Quando ‘incidenza supera i 150 casi per 100mila abitanti – evidenzia Cartabellotta – gli amministratori locali devono verificare tempestivamente l’esistenza di focolai e decidere eventuali restrizioni mirate per arginare la diffusione del contagio, come già fatto dalla Provincia autonoma di Bolzano”. 

“Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente”, appunto, “+15,8% in area medica e +16,4% in terapia intensiva”. In termini assoluti, il numero di pazienti Covid in area medica è passato da 2.371 del 16 ottobre a 4.597 del 23 novembre (+93,9%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 560 del 23 novembre (+65,7%). A livello nazionale, al 23 novembre, il tasso di occupazione è dell’8% in area medica e del 6% in area critica, ma con notevoli differenze regionali: per l’area medica superano la soglia del 15% provincia autonoma di Bolzano (16%) e Friuli Venezia Giulia (18%) che con il 14% supera anche quella del 10% per l’area critica. “Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva continuano ad aumentare – precisa Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – La media mobile a 7 giorni è passata da 38 ingressi/die della settimana precedente a 48”. 

Vaccino anti-covid
 

In Italia sono “in netto ritardo i richiami” di vaccino anti-Covid, le dosi booster che “entro fine anno riguardano 22,6 milioni di persone”. Anche se appaiono “in lieve aumento le somministrazioni quotidiane, per coprire le persone chiamate alla terza dose entro il 31 dicembre il ritmo dovrebbe salire a oltre 600mila somministrazioni al giorno”. La Fondazione Gimbe stima che, secondo le indicazioni ministeriali, le persone che possono ricevere entro fine 2021 la dose booster sono in totale 27,3 milioni: 15,19 mln di over 60 che hanno completato il ciclo con qualsiasi vaccino entro il 3 agosto; 822mila under 60 che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson entro il 3 agosto; 11,28 mln di persone con età compresa fra 40 e 59 anni che hanno completato il ciclo vaccinale con Pfizer, Moderna o AstraZeneca entro il 3 agosto. Per indisponibilità di alcuni dati questi numeri potrebbero essere da un lato sottostimati (non includono il personale sanitario e gli ospiti di Rsa under 60), dall’altro sovrastimati (includono le persone guarite da meno di 6 mesi e i deceduti appartenenti alle categorie sopra menzionate). Ciò premesso, considerato che ad oggi sono già state somministrate 3,91 mln di dosi booster e 764mila dosi aggiuntive, entro il 31 dicembre dovrebbero essere somministrate sino a 22,62 mln di terze dosi, pari appunto a una media di oltre 610mila somministrazioni al giorno. 

“Su questo fronte – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – preoccupano particolarmente 2,1 milioni di over 80, 4,4 mln di 70-79enni, 5,1 mln di 60-69enni e i 6,2 mln di 50-59enni che, visti i dati sull’efficacia vaccinale a 6 mesi e a fronte delle imminenti festività natalizie che implicheranno certamente un aumento dei contatti sociali in luoghi chiusi, risultano ancora scoperti dalla dose booster”. 

Al 24 novembre – si legge nel report Gimbe – sono state somministrate 4.673.047 terze dosi, di cui 763.960 dosi aggiuntive e 3.909.087 dosi booster, con una media mobile a 7 giorni che sfiora 170 mila somministrazioni al giorno. Sempre al 24 novembre, sul repository ufficiale del commissario straordinario all’emergenza coronavirus la platea per la dose booster (13.435.287) è stata aggiornata secondo le indicazioni delle circolari ministeriali del 3 novembre e 11 novembre. Non risulta però ancora recepita la determina dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, che permette di somministrare la dose booster a partire dal quinto mese dal completamento del ciclo primario. Aggiungendo gli 895.460 pazienti immunocompromessi, la platea complessiva per la terza dose include 14.330.747 persone. 

Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 85,3% con nette differenze regionali, sottolinea la Fondazione: si va dal 6,7% della Valle D’Aosta al 100% di Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, provincia autonoma di Bolzano, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria. La copertura nazionale con dose booster è del 29,1%, anche qui con notevoli differenze tra regioni: si va dal 14,9% della Sicilia al 46,8% del Molise.