Superbonus 110%, bollette, Irpef, cartelle, pensioni, Reddito di cittadinanza e non solo. Governo e maggioranza stanno cercando un punto d’incontro tra le tante richieste di modifica alla Manovra 2022, che alcune volte vanno anche in direzioni opposte, e la realtà fatta delle limitate risorse a disposizione. Gli incontri che l’esecutivo sta portando avanti da settimane, con partiti della maggioranza e parti sociali, mirano proprio a stilare una lista di emendamenti concordata, da portare in commissione Bilancio al Senato. Rispetto alla valanga di proposte di modifiche presentate (6.300) il governo ha subito messo in chiaro che l’esame si sarebbe concentrato su un massimo di 500 emendamenti, che in tutto dovrebbero costare 600 milioni. Troppo pochi per fare tutto quello che chiedono i partiti.
Per giorni la discussione si è concentrata sul taglio delle tasse, con 8 miliardi messi in campo che, nella versione presentata dal governo, si dividono in 7 miliardi per il taglio dell’Irpef e un miliardo per quello dell’Irap. E nonostante il presidente del Consiglio, Mario Draghi, avesse annunciato fin dall’inizio l’intenzione di intervenire sulle aliquote delle fasce di reddito medio, sono state diverse le richieste di cambiare la destinazione d’uso, puntando sui ceti bassi, sui lavoratori e pensionati, sulle imprese, a seconda dell’interessato.
Gli interventi sull’Irpef si sono incrociati con il caro bollette, quando Draghi ha proposto di congelare il taglio dell’Imposta sulle persone fisiche per i redditi più alti e utilizzare i risparmi per ridurre i costi delle bollette. Sfumata l’idea, resta però la richiesta di trovare ulteriori risorse per calmierare i rincari previsti, accompagnata da soluzioni che chiamano in ballo altre misure, come il reddito di cittadinanza.
Poi c’è il superbonus del 110%, con il tetto isee a 25.000 euro che non piace a nessuno (o quasi), anche se il governo ha cercato di spiegare a più riprese che una misure dal genere è troppo costosa e quindi bisogna inserire dei paletti. E si cerca una soluzione per le pensioni, con quota 100 che è giunta al termine dei 3 anni di validità, e la proposta di quota 102 che è stata bocciata da quasi tutti.
Nella lunga lista dei ‘regali per Natale’ non può mancare la questione delle cartelle fiscali, che dopo il congelamento legato al covid, sono ripartite anche se è forte il pressing per ottenere un’ulteriore proroga (oltre a quella del 9 dicembre, stabilita con il decreto legge fiscale). Sul reddito di cittadinanza si è aperto uno scontro che vede il Movimento 5 stelle da una parte, che difende la sua creatura, e la Lega dalla parte opposta che vorrebbe cancellare il sostegno e utilizzare tutte le risorse per altri interventi.
Il confronto sta erodendo i tempi per l’esame parlamentare, con il Senato che ha ricevuto il ddl bilancio l’11 novembre, ha assegnato il provvedimento in commissione Bilancio il 16 ma ancora non ha iniziato l’esame. Osservando il calendario, che prevede l’arrivo in aula al Senato il 19 dicembre e dopo due giorni in aula alla Camera, e considerando che il termine ultimo per il via libera definitivo è quello del 31 dicembre, si prospetta un lavoro parlamentare concentrato in una manciata di giorni.