“E’ doveroso proseguire sulla strada che si è intrapresa, ovvero garantire l’approvazione dei farmaci orfani in tempi certi. La velocità con cui si chiude la negoziazione di un farmaco, orfano o non orfano, è fortemente collegata alla volontà e all’accettazione da parte dell’azienda proponente del prezzo che viene proposto dal Comitato prezzi e rimborso (Cpr). L’iter prevede una valutazione da parte del Comitato tecnico-scientifico (Cts), soprattutto sul valore clinico del farmaco e sulla sua superiorità rispetto alle alternative, quando queste alternative sono disponibili. Sulla base di queste considerazioni principali, il Cpr propone un prezzo all’azienda. E’ vero che l’azienda si presenta con un suo dossier, con un suo prezzo, ma il Cpr fa la sua proposta. Se si trova una mediazione tra il prezzo richiesto dall’azienda, che è sempre superiore a quello che propone il Comitato prezzi e rimborso, la negoziazione si conclude velocemente. Nei casi in cui, invece, si osservi un irrigidimento da entrambe le parti, i tempi sono decisamente più lunghi”. Lo ha spiegato Giovanna Scroccaro, direttore Direzione Farmaceutico, Protesica e Dispositivi medici della Regione Veneto, intervenuta questa mattina alla tavola rotonda ‘Pnrr & La Governance sul territorio’, in occasione della presentazione del 5° Rapporto Ossfor.
“Invito le aziende farmaceutiche a valutare attentamente il parere del Cts, perché da un’attenta lettura possono anche già capire quale potrà essere la richiesta di prezzo che viene avanzata – ha aggiunto – Alle associazioni dei pazienti, che giustamente sollecitano il farmaco nel più breve tempo possibile, dico di farsi promotrici presso le aziende farmaceutiche per richiedere che il prezzo sia equo. Il prezzo equo, infatti, garantisce un maggiore accesso da parte di tanti cittadini e garantisce anche una sostenibilità generale che, a sua volta, determinerà un veloce accesso per i successivi farmaci”.