Uno stop coordinato alle ‘tentazioni’ di eleggere il prossimo capo dello Stato a maggioranza semplice. Enrico Letta e Giuseppe Conte fanno asse, parlando alla presentazione di un libro alla Camera, in vista dell’elezione del presidente della Repubblica. Si rifanno a un metodo, non fanno nomi. Uno in campo però c’è, ovvero Silvio Berlusconi. Dice il segretario Pd: “Io lo dico più netto che posso: l’elezione di un presidente della Repubblica con 505 voti, modello Leone, sarebbe una grave ferita istituzionale al Paese. Chi si assume la responsabilità di portare avanti un simile progetto fa un grande danno”.
Il metodo, concordano Letta e Conte, è quello di una personalità condivisa dalla più ampia maggioranza. Fdi compresa. “Dopo la legge di bilancio ci confronteremo” sul Quirinale, “l’ho detto io di aprire a tutti i gruppi parlamentari, anche a quelli di opposizione, anche a Fdi. E’ giusto che una decisione di questo tipo cerchi di essere quanto più ampiamente condivisa”. Letta apprezza: “Le parole del presidente Conte sono state di grande responsabilità e le apprezzo molto. Credo che insieme cercheremo di fare di tutto perché prevalga un atteggiamento di responsabilità tra le forze politiche”. Insiste il segretario dem: “Chi tenta l’operazione alla Leone non ha capito in che tempo è il nostro Paese, cosa stiamo vivendo e quali sono gli atti di responsabilità che le forze politiche devono assumersi”.
E Conte non esclude che l’iniziativa per un nome condiviso potrebbe essere assunta da M5S e Pd. “Partire dal presupposto che ci sia un gruppo parlamentare o uno schieramento che debba avere il primato nel fare un nominativo, non è corretto. Confrontiamoci insieme, valutiamo quali sono le differenti sensibilità e cerchiamo di raggiungere un risultato che sia il più ampio e condiviso, partendo anche da affinità sperimentate”, ha proseguito l’ex premier. Una proposta comune M5S-Pd sul nome del prossimo Capo dello Stato? “Non lo escludo affatto”, risponde Conte, “sicuramente ci misureremo e cercheremo prima di valutare la modalità migliore”.
Conte respinge la tesi secondo cui sia il centrodestra il kingmaker della prossima elezione del Colle, per dirla alla Matteo Renzi. Sul Quirinale il pallino è in mano al centrodestra? “E chi glielo ha dato? Hanno numeri sufficienti? Direi che nessuno si presenta con numeri sufficienti. E direi che in ogni caso, con numeri sufficienti o no, non si può pensare di approcciare puntando su numeri risicati un passaggio del genere”.
“Mi soddisfarebbe un processo di confronto aperto, trasparente, perché da questo processo abbiamo maggiori garanzie che venga fuori una personalità di alto valore”, ha proseguito l’ex premier. Quanto alla domanda diretta su Berlusconi, Conte è netto: il M5S non voterà mai Berlusconi al Quirinale? “L’ho dichiarato pubblicamente”. E dal Pd stessa valutazione da Andrea Orlando: Berlusconi? “L’ho già detto, non lo voteremo. Io non lo voterò ma anche il Pd non lo voterà”.
Durante l’iniziativa con Conte, Letta nel parlare della situazione attuale con il Cdm che oggi ha prorogato lo stato di emergenza, sottolinea come sia necessario che lo schema di larga maggioranza vada avanti: “Questa continuazione” dell’emergenza “ci deve far riflettere anche sul tempo che stiamo vivendo: un tempo in cui questa emergenza, la situazione particolare che viviamo, la situazione particolare che il Parlamento vive e che una maggioranza così larga vive nel rapporto col governo, mi fa dire e pensare che la condizione attuale -quella di una larga coalizione, di una larga intesa- debba continuare e debba traslarsi anche nella scelta del Capo dello Stato”.