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Pillola covid Pfizer, efficacia e protezione: cosa dicono esperti

Adnkronos
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I primi dati sulla pillola anti-Covid della Pzifer, che si è confermata efficace nell’evitare le conseguenze più gravi dell’infezione anche nel caso della variante Omicron, sono definite “ottime notizie” dai virologi e dagli infettivologi. L’azienda ha infatti riferito che se Paxlovid viene somministrato entro 3 giorni dall’insorgenza dei sintomi, il rischio di ospedalizzazione e decesso viene ridotto dell’89%.  

“Speriamo di avere questo farmaco presto in Italia perché potrà essere di grande aiuto nel bloccare il decorso della malattia. Questa pillola antivirale si aggiunge ai monoclonali, ma ha in più il vantaggio del semplice utilizzo. Ora occorre stabilire a chi darla e soprattutto, vista la facilità dell’uso, chi potrà prescriverla”, evidenzia all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). 

“Gli attuali anticorpi monoclonali si devono somministrare in ospedale per infusione – ricorda Andreoni – Le compresse virali potrebbero essere gestite facilmente anche a casa. Un grande aiuto anche in una fase di recrudescenza epidemica, che eviterebbe lo stress sui sistemi ospedalieri”.  

La pillola anti-Covid di Pfizer è “interessante e ben conosciuto è il meccanismo che sono riusciti ad adattare all’azione della proteina specifica del virus Sars-CoV-2, quindi ben venga. Io dico meglio prevenire che curare, però per chi si ammala sarà un elemento fondamentale”, l’opinione del virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano. 

Il nuovo farmaco, dice all’Adnkronos Salute, “ha un meccanismo completamente diverso dall’antivirale molnupiravir sviluppato dalla Merck – precisa l’esperto – E’ un inibitore della proteasi, un qualcosa di già conosciuto per quanto riguarda per esempio gli antivirali contro l’Hiv: blocca un enzima fondamentale, la proteasi, che è l’enzima che produce le proteine del virus, quindi – cerca di esemplificare il virologo – è come se mettesse una specie di granellino nell’ingranaggio del virus, che scassa il meccanismo di replicazione”. Riusciremo ad avere il farmaco in tempi utili? “Io credo – prevede ottimista Pregliasco – che potremmo averla a disposizione a breve”.  

Secondo Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, “se la pillola anti Covid sperimentale Pfizer mantiene metà delle promesse che sono previste ci potrebbe risolvere molti problemi. Il meccanismo con cui questi farmaci agiscono dovrebbe garantirci contro tutte le varianti del virus attualmente note. Non ci sono elementi che facciano pensare che una variante, compresa Omicron, possa rispondere meno di un’altra a questo medicinale o all’altro che è stato annunciato”. “Si tratta di un farmaco che viene dato alle persone con infezione iniziale che rischiano di fare una brutta malattia, non indiscriminatamente a tutti quelli che hanno contratto il virus. Allo stato attuale c’è da aspettarsi che possa funzionare. Ma al momento sono solo annunci. Aspettiamo dati più concreti”, conclude Galli.  

“La conferma dei buoni risultati” della pillola antivirale Paxlovid di Pfizer “è una buona notizia e questo antivirale ci darà una mano nella gestione del Covid soprattutto per curare i positivi a casa, pazienti che oggi invece vengono in ospedale”,sottolinea dal canto suo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova.