“La situazione è sconcertante. Il settore del Bingo, che ha subito pesantemente gli effetti del lockdown, con chiusure delle attività prolungate e ripetute per ben oltre 340 giorni, oltre a non aver ottenuto sino ad oggi nessuno degli aiuti promessi si potrebbe vedere recapitare a breve dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli la richiesta di versamento per canoni pendenti sulle concessioni in essere a fronte di attività completamente ferme, a causa dell’emergenza sanitaria”. Lo ha detto Italo Marcotti, responsabile sezione Bingo di Sistema Gioco Italia.
“Le chiusure sono state imposte in una situazione di emergenza sanitaria, le abbiamo subite comprendendo le scelte difficili scelte del Governo. Abbiamo investito durante il lockdown – ha proseguito – sopportando costi enormi, per poter mettere in sicurezza luoghi di lavoro, attività, lavoratori e i cittadini. L’eventuale addebito di canoni relativi ai periodi di chiusura imposti ex lege a causa della pandemia, oltre ad essere incomprensibile nell’attuale contesto di grave crisi del settore del bingo, violerebbe peraltro” quanto stabilito nel decreto Cura Italia, poi convertito in legge, “che, come ha incidentalmente ribadito il Tar Lazio in una recente sentenza pubblicata il 2 gennaio scorso, esonera i concessionari dal versamento del canone per i mesi in cui l’attività di raccolta del gioco fosse stata interrotta a causa dell’emergenza sanitaria. Siamo di fronte ad una situazione assurda, non sostenibile finanziariamente e contro le logiche di gestione di una qualunque impresa. E certamente – ha concluso Marcotti – non potremo non valutare azioni conseguenti, a tutela della continuità e della sopravvivenza delle nostre imprese”.
Da Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia, è arrivata la replica: “Raccolgo il grido l’allarme di una parte rilevante della nostra filiera, il Settore Bingo, e sarà mia cura intervenire attivando tutti i canali istituzionali per lo stralcio dei canoni non dovuti”, ha detto.