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Omicron Italia, cabina di regia e misure: “Contano i dati”

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La variante Omicron non ha ancora ‘invaso’ l’Italia. La diffusione oggi – mentre la zona gialla si allarga a Veneto, Marche, Liguria e provincia di Trento – è ancora limitata e bisogna correre con le terze dosi di vaccino. Quando la variante si diffonderà in modo più ampio, rischierà di cambiare radicalmente lo scenario covid. La cabina di regia con il premier Mario Draghi si riunirà giovedì per discutere nuove misure – con riflettori su mascherine all’aperto e tamponi anche per vaccinati in relazione a determinati eventi e luoghi – e valuterà i dati che verranno raccolti nei prossimi giorni, a cominciare da quelli dell’indagine specifica sulla variante Omicron.

“La variante non è ancora diffusa in modo significativo. Abbiamo un vantaggio e dobbiamo mantenerlo, sappiamo che non durerà a lungo. Ma 10 giorni significano 4-5 milioni di terze dosi e questo può fare la differenza. Giovedì si riunisce la cabina di regia, nessuna decisione è stata presa: faremo le valutazioni sulla base dei dati”, dice il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Che tempo che fa.

“C’è un elemento di preoccupazione da parte del governo, sarebbe poco serio non essere preoccupati in una situazione del genere. Ci stiamo confrontando, numeri alla mano. Valuteremo le soluzioni possibili”, ribadisce. “Ora non ci sono limitazioni, le attività economiche sono aperte: abbiamo fatto una grande campagna di vaccinazione, l’88,5% delle persone sopra i 12 anni ha fatto la prima dose e l’85,3% ha fatto anche la seconda”, dice. Il bollettino quotidiano ha fatto segnare oltre 24mila nuovi casi.

“C’è una situazione non semplice a livello italiano ed europeo, anche se i nostri contagi quotidiani sono un terzo rispetto a quelli della Gran Bretagna e circa la metà rispetto a quelli di Francia e Germania. C’è una crescita significativa piuttosto costante nelle ultime settimane, se continua così può rischiare di mettere in difficoltà le nostre strutture sanitarie”, aggiunge.

“Faremo una riflessione con i nostri scienziati e la comunità scientifica per valutare la congruità delle nostre misure. Conosciamo la variante Omicron da poche settimane, i primi dati ci dicono che la terza dose di vaccino ci consente di avere un livello di protezione molto significativo. In Italia oltre 14 milioni di persone hanno fatto la terza dose, è lo scudo migliore che ci può preparare a quando, da qui a qualche settimana, la variante Omicron sarà molto più presente nel nostro paese. Rispetto ad altri paesi abbiamo un vantaggio e dobbiamo provare a conservarlo: anche 10 giorni in più, al ritmo di 450-470mila dosi, significano circa 5 milioni di richiami”, dice.

L’attenzione ovviamente si concentra sulla tenuta del sistema ospedaliero. “Siamo vicini alla zona arancione? Temo di sì. L’occupazione dei posti ospedalieri sta continuando a salire, non c’è dubbio”, dice Guido Rasi. già direttore dell’agenzia europea del farmaco (Ema) e oggi consulente del commissario per l’emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo, a ‘Mezz’ora in più’. “Due domande su Omicron stanno trovando risposte, anche se non ancora definitive. Qual è la severità della malattia, con il conseguente peso sui reparti ospedalieri? E quanto riuscirà ad evitare l’immunità indotta dai vaccini?”, dice Rasi.

Dobbiamo assumere che i vaccini saranno ‘bucati’? “Dobbiamo assolutamente prevedere quello scenario. Le prime osservazioni scientifiche che arrivano dall’Imperial College dicono che 2 dosi di vaccino rendono al 20-50% di protezione per la malattia sintomatica. La terza dose, almeno nell’immediato, protegge dal 50 al 70% dalle forme sintomatiche. Ancora non è chiaro quanto protegga dall’infezione. Non sappiamo se i vaccini attuali siano in grado di prevenire la trasmissione, stiamo parlando di Omicron”.

La stretta potrebbe portare a scelte estreme? “Prima di arrivare al lockdown nel senso più stretto e drammatico della sua applicazione, sicuramente mascherine all’aperto, distanziamento, evitare gli assembramenti: ho visto finalmente una cultura della gestione dei flussi”, dice Rasi. “Se spingessimo molto so queste attività, il lockdown potrebbe essere meno severo”, dice facendo riferimento alla possibilità di modulare i provvedimenti. “In assenza di dati, però, l’unica possibilità è fermare la barriera fisica della trasmissione”.

Si parla dell’introduzione dei tamponi anche per vaccinati in determinati casi. “Se viene fuori che la variante Omicron buca i vaccini è chiaro che questo green pass non è più valido. Oggi il green pass ha validità, tra 15 giorni potrebbe averne meno, tra un mese potrebbe essere ripensato. Se Omicron buca completamente il vaccino, siamo in presenza di un altro virus. Se ci buttiamo dalla barca, non è detto che ci salviamo e dovremo fare altre cose per salvarci”.