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Obbligo vaccinale over 40 o lavoratori? Cosa dicono Bassetti, Pregliasco, Crisanti

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Obbligo vaccinale sì, subito. Ma con sfumature diverse. Mentre la variante Omicron è sotto i riflettori, si avvicina la cabina di regia che giovedì – nella riunione con il premier Mario Draghi – valuterà eventuali misure sulla base dei dati. Per gli esperti, che da oltre 20 mesi gestiscono l’emergenza coronavirus, a prescindere dai risultati della ‘flash survey’ sulla nuova variante è il momento di una svolta che deve concretizzarsi nella campagna di vaccinazione. 

“L’unico provvedimento che bisognerebbe prendere con urgenza sarebbe quello di rendere il vaccino obbligatorio, approfittando di queste due settimane di chiusura delle scuole per vaccinare chi non è ancora vaccinato. Dopodiché bisognerebbe dare la possibilità a tutti di vaccinarsi in strutture aperte senza prenotazione e dire che dal 10 gennaio chi non è vaccinato paga una sanzione”, dice il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova.” Non si tratta di imporre un tso come qualcuno dice, si tratterebbe di porre una sanzione amministrativa. E’ stato giusto imporre l’obbligo a sanitari, docenti e forze dell’ordine, ma ora più che procedere per categorie di lavoratori, bisognerebbe procedere per fasce d’età, dai 40 anni in su, dove il virus picchia molto duro. Chi ha più di 40 anni per poter uscire e andare a lavorare dovrebbe essere vaccinato. Io come medico dico che ci vorrebbe l’obbligo vaccinale, poi decidere come applicarlo spetta ai politici, almeno qualcosa lo facciano loro”., prosegue. 

Il professor Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), è “sempre stato favorevole all’obbligo vaccinale. E lo sono ancor di più oggi visto che la variante Omicron potrebbe diventare un fattore di rischio importante tale da mettere in difficoltà gli ospedali. Questa scelta e quella del lockdown per i non vaccinati andrebbero prese prima però di arrivare in zona rossa, quando i ricoveri in area medica e in terapia intensiva sono già al limite. Se Omicron diventerà dominante anche in Italia occorrerà farsi trovare preparati e l’obblligo vaccinale, insieme alle restrizioni per chi non si è ancora immunizzato, possono aiutarci”, afferma. 

“Ora il tema è duplice: come ampliamo la fascia dell’obbligo vaccinale – e a mio giudizio vanno vaccinate tutte le categorie che sono a contatto con il pubblico – e soprattutto come aggiorniamo i vaccini alle nuove varianti. Su questi due temi bisognerà rapidamente prendere delle decisioni”, evidenzia il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. “Non è il tempo di spaventare le persone ma di insistere nelle misure che si sono dimostrate efficaci e di aggiornarle”, sottolinea. 

“Io sono per l’obbligo vaccinale”, dice la professoressa Maria Rita Gismondo, direttrice Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. “Penso a un obbligo vaccinale che dovrebbe valere dai 40 anni in su e per i fragili di ogni fascia d’età”, aggiunge, seguendo una linea simile a quella indicata da Bassetti.  

“L’obbligo vaccinale crea ulteriore divisione mentre l’obbligo per i lavoratori potrebbe essere un elemento sul quale già c’è un accordo e un elemento che vuol dire ampliare molto la platea di chi si deve vaccinare”, dice il professor Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, indicando la strada da seguire.  

“Anche nell’ottica di un controllo – sottolinea l’esperto – sarebbe una misura più efficace perché poi con l’obbligo” generalizzato, ricorda il virologo, “non è che puoi andare a prendere le persone e fargli la vaccinazione”. Tutto si riduce a una multa e “con una multa contro un no-vax convinto – chiosa Pregliasco che più volte si è confrontato con gli irriducibili – sai che ci fai? Non è che poi puoi fare sanzioni con cifre folli”. 

Per il professor Andrea Vrisanti, bisogna andare oltre la concezione dell’obbligo: l’impatto di una decisione simile “dipende da come la si attua. Un obbligo vaccinale senza sanzione non vale nulla. E’ come se diventasse solo la faccia feroce dello Stato. Se non c’è la sanzione perdiamo tempo, l’obbligo non esiste”, dice il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. 

Sono molti gli elementi da considerare in relazione a un obbligo vaccinale, spiega Crisanti: “Per esempio con l’obbligo quanto si guadagna? Quale sarebbe il disincentivo a non fare il vaccino? Tutte queste cose vanno chiarite, altrimenti restiamo nella demagogia”, conclude il virologo.