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Quarta dose, Minelli: “Non corriamo, aggiorniamo vaccini a varianti”

Adnkronos
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“Quello che francamente continua a sfuggirmi è perché mai noi dovremmo avere Israele, la cui popolazione è addirittura inferiore a quella di qualche nostra regione, come elemento guida delle nostre scelte. Servono più informazioni prima di poter affermare con sicurezza ferma ed univoca che è il caso di prevedere una nuova dose magari di vaccini perfino adeguati alle varianti dominanti”. Così all’Adnkronos Salute Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, commentando il prossimo via libera in Israele alla quarta dose per alcune categorie.  

“Certo, soprattutto con la variante Omicron, siamo tutti esposti a un preoccupante aumento dei contagi, ma quel che appare evidente è che l’Italia tutto sommato stia raccogliendo i frutti di scelte ponderate che poggiano essenzialmente sul comportamento composto e responsabile degli italiani nell’adeguarsi alle misure anti-Covid e sulla serietà e tempestività con cui è stata condotta la campagna vaccinale”, avverte Minelli. 

“Allora – aggiunge l’immunologo – proviamo noi a ragionare sull’opportunità di un’eventuale dose aggiuntiva, sulla sua tempistica, addirittura sulla sua composizione, visto che finora ci siamo fatti onore attivando processi di protezione collettiva che altri Paesi stanno imitando”. 

“Vedremo nel prossimo futuro come regolarci sulla necessità di un nuovo richiamo. Al momento quel che possiamo dire sulla base degli unici dati certi che abbiamo è che in Sudafrica si registrano con la variante Omicron forme cliniche mediamente più lievi di quelle osservate nelle ondate precedenti. Questo accade perché il virus si è ‘indebolito’ come qualcuno dice? O, magari, perché il virus variato, che magari non è granché differente da chi lo ha preceduto, sta incontrando un buon livello di difese immunitarie nelle persone che in Sudafrica hanno già subito il contagio o magari si sono vaccinate e che, pur non riuscendo a cavarsela dal contagio, riescono comunque a bloccare la malattia prima che vada avanti?”, conclude Minelli.