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Addio a James Wharram, progettista hippy dei catamarani polinesiani moderni

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Addio a James Wharram, pirotecnico progettista inglese e vera leggenda della vela d’altura con i suoi progetti di catamarani polinesiani rivisitati in chiave solo apparentemente moderna e quasi esclusivamente per le tecniche di costruzione e materiali utilizzati. Ne ha dato l’annuncio nei giorni scorsi una delle sue molte compagne, Hanneke Boon, madre del suo secondo figlio e partner nella James Wharram Design.
 

Tra le molte particolarità della vita del grande designer inglese infatti la sua poligamia alla luce del sola, arrivando ad avere cinque compagne contemporaneamente negli anni ’70 in piena era dei figli dei fiori, per i quali era una specie di guru marino, considerando sé stesso e gli altri navigatori che lo seguivano “il popolo del mare”, anche titolo del suo ultimo libro uscito poco prima della morte. Wharram, classe 1930, è scomparso a 93 anni dopo una lunga lotta con l’Alzheimer conclusa con la sua decisione di morire.  

La sua storia prende avvio sul finire degli anni ’50, in un dopoguerra complicato per gli inglesi, in cerca di un nuovo modo di stare al mondo. Il giovane James sogna di viaggiare per mare e studia nei musei inglesi i modelli di imbarcazioni a doppia canoa con cui i polinesiani hanno colonizzato le vastità del Pacifico portando con sé interi villaggi compresi gli animali da cortile e riuscendo perfettamente nel loro intento. 

Wharram si innamora della doppia canoa e, adattando ai materiali moderni i principi costruttivi di mille anni prima, costruisce la sua prima barca: un catamarano in legno, a fondo piatto (l’unica barca con queste caratteristiche, tutte le altre avranno una forma a V negli scafi) di soli 23 piedi.  

Si imbarca insieme a due ragazze, Jutta Schulze-Rhonhof e Ruth Merseburger. La seconda rimane incinta durante la traversata dell’Atlantico e morirà pochi anni dopo, la seconda resterà sempre con lui fino ai 92 anni, scomparsa 8 anni fa. Per tornare dai Caraibi in Europa costruirà la capostipite dei suoi progetti, il Rongo. La storia è raccontata nel suo primo libro, che punterà su di lui l’attenzione di tutti i “fricchettoni” del mare, “Due ragazze due catamarani”.  

Una particolarità delle sue barche, che terrorizza chiunque non abbia mai viaggiato davvero su una di queste, è l’accoppiaggio “elastico” dei due scafi con la piattaforma centrale, utilizzando solo cordame non prestirato e steso alla polinesiana, ovvero dando volta alla cima e girando il più possibile la volta con un semplice bastone. L’effetto è che gli scafi accompagnano il moto ondoso, di qualsiasi entità, senza stressare l’intera struttura navigante e navigando dolcemente su onde anche molto ripide.  

“James è stato un pioniere, un combattente con grande determinazione e visione. Fin da giovane ha seguito le sue passioni: vagare per le colline, una politica equa, donne intelligenti, solcare i mari, dimostrare che la doppia canoa polinesiana è un’imbarcazione degna dell’oceano, diventare un uomo di mare”, scrive Hanneke Boon nell’annunciare la morte di Wharram.  

“Purtroppo negli ultimi anni il cervello di James, di cui parlava sempre come un’entità separata, ha iniziato a fallire a causa dell’Alzheimer. Era molto angosciato per aver perso le sue capacità mentali e ha lottato con la sua esistenza minorata. Non poteva affrontare la prospettiva di un ulteriore peggioramento e ha deciso di porvi fine da solo. È stato con grande coraggio che ha vissuto la sua vita e con grande coraggio ha deciso che era il momento di finire”. 

Il loro studio ha venduto oltre 10.000 progetti completi, buona parte di questi realizzati e naviganti in ogni mare del mondo. La sua ultima barca, al solito una specie di comune hippy, è lo “Spirit of Gaia”, un disegno tradizionale della linea Pahi di 63 piedi, quasi venti metri, che staziona abitualmente tra Nidri e Vliko nell’isola greca di Lefkada.  

(di Paolo Bellino)