Home VETRINA Obbligo del Super Green Pass sul lavoro. Una scelta complessa

Obbligo del Super Green Pass sul lavoro. Una scelta complessa

Lorenzo Ottanelli
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covid in toscana

Quando sembrava che ci fossimo lasciati il virus alle spalle, o meglio, che il virus si fosse così tanto depotenziato, il Sars-Cov2 è tornato a farsi sentire e più di prima, ma con caratteristiche diverse. Omicron fa paura, i contagi sono cresciuti enormemente e solo in Toscana sono oggi oltre 18mila, mai così tanti in pandemia. Ma le ospedalizzazioni sembrano, almeno parzialmente, contenute. È l’effetto vaccino, che non blocca il contagio, ma ferma il grosso delle ospedalizzazioni.

Le terapie intensive, infatti, reggono. Siamo al 15% di saturazione, all’incirca. E la maggior parte sono persone non vaccinate. Un cambio di passo, dunque. Cinque volte i contagi in più rispetto all’anno scorso, cinque volte in meno i ricoverati. Omicron, tra l’altro, sembra comportare sintomi più lievi, una semplice influenza, per i vaccinati.

Un aumento di contagi, però, significa maggiori rischi sociali. Questo perché niente è magia e non è così facile scrivere la parola fine ad un film ancora in divenire. Anche una semplice influenza può comportare problemi a chi soffre di altre patologie. Nuove norme, quindi, e passaggi in zona gialla con il rischio di passare in arancione (Toscana ancora molto lontana) e, quindi, per i non vaccinati, di non poter più uscire dal proprio comune. E si paventa la possibilità di un obbligo di Super Green Pass per i lavoratori. Un tipo di scelta che, però, risulta problematica. Seppur già stringente, i servizi di cui possono usufruire oggi i non vaccinati sono pochi: praticamente tutto lo svago, che non sia sport professionale. E dal 10 gennaio, lunedì prossimo, per tutti i tipi di attività extra-lavorative sarà necessario essere guariti dal covid o vaccinati. Anche per spostarsi con mezzo pubblico sarà necessario il Green Pass rafforzato.

Fino a qui – seppur con maggiori difficoltà – a tutti i cittadini è data la possibilità di lavorare. E quindi, di portare a casa il proprio salario. Nel caso dell’obbligo di Super Green Pass, invece, tutto ciò non è consentito, con ovvi risentimenti per chi, con quel lavoro, ci vive e a volte sopravvive. Certo, la scelta è individuale, ma fino a quando posso scegliere la mia libertà è inviolabile: se mi voglio vaccinare lo faccio, altrimenti no, con tutti gli oneri del caso. Oggi, tuttavia, l’obbligo di Super Green Pass è un obbligo vaccinale mascherato. Un problema che può comportare diversi risentimenti e problemi di carenza di forza lavoro: problemi che diventano imperanti sia per le aziende, sia per i vari clienti e fruitori dei servizi o dei prodotti, oltre al fatto che molto spesso le aziende già sono alla prova per coloro che sono in quarantena, perché positivi o a contatto con positivi. Seppur vero che da lunedì i lavoratori con terza dose dovranno solo seguire un regime di autosorveglianza, il problema rimane per i positivi.

Detto questo è pur vero che più i non vaccinati circolano più si espongono al rischio di prendere il covid e di prenderlo in forma tale da venire ospedalizzati. Ma tenerli chiusi in casa, oppure liberi di viaggiare, ma senza poter fare niente, neppure ottenere un salario, è giusto per la tenuta sociale? E questo è davvero un metodo giusto per tenere alta la crescita, come la definisce Mario Draghi?

Difficile dare risposte e la scelta è inevitabilmente ardua. Tuttavia, se davvero vogliamo mettere un obbligo forse sarebbe il caso di optare per quello vaccinale, come i sindacati propongono da qualche mese a questa parte.