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Biden, reset a un anno dal mandato: conferenza per “parlare agli Usa”

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“Il presidente è ansioso di parlare direttamente agli americani”. Così la Casa Bianca ha annunciato la conferenza stampa con cui oggi Joe Biden segnerà la fine del primo anno di mandato, cercando di esorcizzare il tasso di popolarità al minimo e i tanti fallimenti con cui arriva a questo traguardo con un “reset” della sua presidenza.  

“Riconosciamo che abbiamo bisogno di cambiare le dinamiche”, hanno spiegato nei giorni scorsi fonti dell’amministrazione Biden, citate da Nbcnews, sottolineando che è stato lo stesso presidente a comunicare al suo staff che intende adottare una nuova strategia comunicativa. E che d’ora in poi la Casa Bianca non riferirà al pubblico i dettagli dei negoziati al Congresso che in questi mesi sono stati difficilissimi e fallimentari, e hanno mostrato la sua agenda messa in scacco dall’opposizione di esponenti del suo stesso partito.  

Il timore è che in questi 12 mesi si sia data l’immagine di un Biden che, a causa dei suoi tre decenni trascorsi al Senato, è troppo addentro alle dinamiche del Congresso. “Non vuole comunicare il messaggio che il suo ruolo sia quello di legislatore in capo”, riferiscono ancora dalla Casa Bianca parlando di Biden.  

Così Biden, al quale in questi mesi è stato contestato di aver fatto pochi incontri con la stampa, per oggi ha convocato – alle 16 ore di Washington, le 22 in Italia – una conferenza stampa, la nona dall’inizio del suo mandato.  

E nel suo desiderio di parlare direttamente agli americani, il presidente si esporrà ad una serie di domande quanto mai difficili sulla pandemia che ancora continua ad imperversare negli Usa, l’inflazione arrivata ai massimi degli ultimi 40 anni, e il conseguente aumento dei prezzi, che i sondaggi indicano come la principale preoccupazione degli americani.  

Ma il presidente avrà sicuramente domande anche sulla legge per i diritti elettorali destinata ad essere bloccata al Senato, come è successo per il Build Back Better, dall’opposizione dei democratici centristi. E sul fronte internazionale, ovviamente la nuova crisi con la Russia per l’Ucraina.