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Quirinale 2022, Draghi parla con partiti. Dialogo Letta-Salvini

Adnkronos
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(Adnkronos) – Voto per il Quirinale, come previsto la prima votazione di ieri per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica si è risolta in fumata nera. Sono state 672 le schede bianche, i due terzi del plenum, lo stesso numero richiesto per l’elezione nei primi tre scrutini. Le schede nulle sono state 49, i voti dispersi 88. Tra i nomi spuntati ci sono stati anche Alberto Angela, Amadeus, Lotito, Cappato Cappato ma anche Alfonso Signorini oltre a Cartabia, Paolo Maddalena (il più votato), Draghi, Casellati e Berlusconi. Oggi alle 15 la seduta della chiama per il secondo scrutinio. Ieri intanto si è aperto il dialogo tra il leader della Lega Salvini e quello del Pd Letta con il premier Mario Draghi che ha fatto la sua ‘mossa’ facendo partire una girandola di contatti con i principali leader di partito. 

Le frenetiche trattative per arrivare a un nome che possa mettere d’accordo tutti i partiti sono andate avanti per tutta la giornata e andranno avanti anche oggi. Il movimentismo ha caratterizzato la giornata sia di Salvini che di Letta. Il segretario del Pd ha prima visto i leader del fronte progressista, Roberto Speranza e Giuseppe Conte, per confermare la scheda bianca alla prima chiama. Un contatto anche con il premier Conte che però non è stato confermato ufficialmente. Poi, nel pomeriggio, il faccia a faccia con il leader della Lega. “E’ stato un incontro positivo”, ha spiegato lo stesso Letta poco prima di entrare in aula per votare. Un giudizio che Pd e Lega avevano già messo nero su bianco con un comunicato identico che annunciava: “Si è aperto un dialogo”. E infatti “i due leader stanno lavorando su delle ipotesi”. 

Nel frattempo i leader delle forze politiche avrebbero chiesto contemporaneamente al premier Mario Draghi un’iniziativa politica. O meglio un confronto per capire meglio il perimetro d’azione, quello che intenda fare il presidente del Consiglio e cosa accadrebbe se dovesse lasciare il timone del governo per il Quirinale. Così il presidente del Consiglio avrebbe deciso di muovere un passo in questa direzione, tendendo la mano per capire le richieste dei partiti, quali siano le richieste e come Draghi -autodefinitosi un ‘nonno al servizio delle istituzioni’- possa servire al meglio, dal loro punto di vista, il Paese.
 

Sarebbe quindi partita di qui la girandola di contatti con i principali leader, a partire da Matteo Salvini, incontrato nella mattinata di ieri nonostante le mancate conferme da Palazzo Chigi e dal Carroccio. Poi i contatti con Enrico Letta e Giuseppe Conte, con altri possibili confronti nelle prossime ore -facile siano già stati, perché le voci corrono ma le bocche degli staff restano cucite- per quelle che già qualcuno definisce le ‘consultazioni’ di Draghi. 

E se la ‘mossa’ di Draghi porta a sperare molti che la partita possa risolversi già alla terza chiama – “un Presidente eletto dai più è l”obiettivo”, assicura chi nel governo segue da vicino la partita – il timore è che il confronto con i leader possa ostacolare ancor più la corsa al Quirinale. Perché le posizioni sono distanti e già dal primo incontro di giornata – quello con Salvini – i rumors riportano di partiti pronti ad alzare la posta. E rimettere mano alla squadra di governo, se Draghi dovesse tirare dritto per il Quirinale, porta in sé tante, troppe insidie. Oltre al rischio di mandare in fibrillazione le due coalizioni e i singoli partiti.  

Lo scrutinio di oggi
 

Come già lunedì, anche oggi i senatori e i deputati sono stati divisi in fasce orarie per rispettare le disposizioni anti covid a Montecitorio. Si inizierà dalle 15,03 alle 15,11 con i sei 6 deputati che per motivi di salute hanno chiesto di votare per primi, 6 senatori a vita e senatori da Abbate a Campari (n.59); 15.12-15.19: senatori da Candiani a Di Micco (n.50); 5.20-15.27: senatori da Di Nicola a Iori (n.50); 15.28 -15.35: senatori da Iwobi a Mollame (n.50); 15.36 – 15.43: senatori da Montani a Quarto (n.50); 15.44-15.51: senatori da Rampi a Unterberger (n.50); 15.52-15.54: senatori da Urraro a Zuliani (n.14). Seguirà la seconda chiama, la cui durata è stimata dalle ore 15.55 alle ore 15.58. 

A seguire, ci sarà la chiama dei deputati: 15.59-16.06: deputati da Acunzo a Berti (n.50); 16.07-16.14: deputati da Bianchi a Caparvi (n.49); 16.15-16.22: deputati da Capitanio a Cominardi (n.50); 16.23-16.30: deputati da Conte a Di Giorgi (n.50); 16.31-16.38: deputati da Di Lauro a Fraccaro (n.50); 16.39-16.46: deputati da Fragomeli a Grippa (n.50); 16.47-16.53: deputati da Gubitosa a Manca (n.50); 16.54-17.01: deputati da Mancini a Muroni (n.50); 17.02-17.09: deputati da Musella a Piccoli Nardelli (n.50); 17.10-17.17: deputati da Piccolo a Ruggiero (n.50); 17.18-17.25: deputati da Ruocco a Sportiello (n.51); 17.26-17.33: deputati da Squeri a Vianello (n.50); 17.34-17.37: deputati da Vietina a Zucconi (n.24). Seguirà la seconda chiama, la cui durata è stimata dalle ore 17.38 alle ore 17.43. 

Per finire, la chiama dei delegati regionali: 17.44-17.52: 58 delegati regionali. Seguirà la seconda chiama.