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Grandi elettori, votate un candidato adeguato, ve ne saremo riconoscenti

Lorenzo Ottanelli
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Scheda bianca su scheda bianca, da tre giorni è il mantra che risuona in aula a Montecitorio. Continua così il fallimento della politica che non è riuscita a trovare una quadra per eleggere il Capo dello Stato. Un fallimento preannunciato che si trascina da tempo. Abbiamo già detto che avrebbero potuto cominciare le trattative qualche giorno prima di lunedì e che continuare con le scelte di bandiera, dato che non c’è nessuna maggioranza reale, è stato più un azzardo che una virtù. Il centrodestra si è arenato alla finta di Berlusconi, poi ha cercato voti in lungo e in largo per Casellati, invano. Intanto ci si chiede perché non sia stato da subito accolto il richiamo all’unità nazionale di cui ci si sciacqua ogni giorno la bocca.

Tre votazioni perse e la possibilità di scegliere il Presidente della Repubblica a maggioranza qualificata andata in fumo. Adesso sarà sufficiente la maggioranza assoluta, sempre che si trovi il candidato adatto. Oggi Renzi ha detto che probabilmente non si arriverà a niente nello scrutinio odierno e che si dovrà continuare a votare a vanvera, prolungando un momento che, a quanto risulta da fuori, sembra più un burlesque che una scelta oculata di persone autorevoli, anche dette onorevoli. Eppure, l’elezione per il Quirinale è uno dei più importanti momenti della nostra Repubblica democratica. Alcuni nomi fatti e personalità votate fanno pensare a quanto siano leggermente inadeguate, per usare un eufemismo.

“Si muore tutti democristiani”, si diceva un tempo. E forse, oggi, più di sempre. Fa sorridere che qualche giorno fa si sia detto: “ci vuole un cattolico!”, come se questo sia strettamente necessario. Ci vuole un cattolico sembra anche una locuzione da Prima Repubblica, così distante dalla storia degli ultimi anni che non si comprende perché uno stato laico dovrebbe necessariamente avere un candidato credente. Ed è interessante notare che uno dei candidati più vociferati sia quel Pierferdinando Casini che fino a qualche anno fa non rappresentava il profilo del personaggio autorevole di cui avremmo pensato per la massima carica dello Stato. Ricordiamo che Renzi disse: con uno come Casini mai!, per poi candidarlo nelle fila del Pd nel 2018 a Bologna, al posto di Manconi, e che oggi magnifica così tanto.

Tutto normale? Quale sarà, alla fine, il candidato che verrà messo in gioco? Dalle premesse non sembra che ci siano grandi aspettative. Siamo pronti a stupirci: grandi elettori, votate un candidato adeguato, ve ne saremo riconoscenti.