L’ articolo 28 del Decreto Sostegni ter introduce infatti un nuovo pericolosissimo cambiamento alle regole in materia di sconto in fattura e cessione del credito, imponendo il limite massimo, a partire dal 7 febbraio prossimo, di un’unica cessione (banche e istituti finanziari compresi). Inoltre, fornitori e imprese che praticano lo sconto in fattura potranno recuperarlo sotto forma di credito d’imposta e cederlo una sola volta ad altri soggetti, che però non potranno fare altrettanto.
Per CNA, buono lo scopo: evitare frodi e speculazioni. Pessimo lo strumento individuato per centrare l’obiettivo.
Il rischio? “La paralisi di un comparto già di per sé rallentato dall’aumento dei prezzi, dalla carenza di materiali e dal decreto (ancora anti frodi) di novembre che ha introdotto vincoli su visto di conformità congruità delle spese – spiega Giuseppe Gennaro, presidente di CNA Costruzioni Firenze – Il meccanismo della cessione e dello sconto in fattura per le piccole imprese ha un senso solo a condizione che il bonus ricevuto nel proprio cassetto fiscale possa essere ceduto ad un soggetto finanziario per rendere liquido il credito e sostenere le spese correnti aziendali. È su queste certezze che abbiamo firmato contratti con la clientela, prenotato materiali, reclutato nuova manodopera. Adesso invece il meccanismo si blocca e, con esso, tutto il settore”.
Un esempio? L’impresa edile potrà sì cedere il credito ad un istituto finanziario, ma questo non potrà a sua volta cederlo, potendo solo usarlo in compensazione, con tutte le limitazioni che essa comporta in caso di esaurimento del plafond di disponibilità. Verosimilmente, le banche saranno più restie ad accollarsi i crediti e lo faranno a costi maggiori.
Insomma, un’entrata a gamba tesa che mette a rischio uno strumento che sembra funzionare e che penalizza soprattutto artigiani, micro e piccole imprese che, proprio grazie ai bonus stanno lentamente risollevandosi da una lunga e terribile crisi.
“Ormai assistiamo ogni mese a una serie di interventi normativi sui bonus fiscali che generano soltanto confusione sia nelle imprese che nei committenti, e che di fatto scoraggiano il mercato e non necessariamente contrastando le frodi. Ciò che si produce è solo incertezza. Contro chi viola la legge si deve intervenire con forza, senza penalizzare cittadini e imprese che con certi comportamenti fraudolenti non hanno nulla a che fare. E invece cosa si sceglie? Di cambiare, ancora una volta, le regole e le procedure in vigore con un unico risultato: paralizzare il mercato della riqualificazione edilizia” conclude Gennaro.