Come sempre Sanremo fa parlare di sé. Come sempre rappresenta il paese e le sue spaccature, il cattolicesimo più ortodosso e quello più progressista, il paese reale e le vecchie ritrosie al cambiamento. Il gesto di Achille Lauro non piace ai cattolici più ortodossi. Fa sorridere la presa di posizione del vescovo di Sanremo che accusa di blasfemia la Rai, così come gli vanno dietro i più intransigenti. Una cosa mai vista in prima serata su Rai 1? Beh non la prima volta che accade nell’arte né nella musica.
L’arte è fatta per sbalordire, mettere in discussione i canoni, ridefinirli e sbandierarli. Il gesto del battesimo di Achille Lauro rappresenta solo una ridefinizione del concetto, una rinascita, una ripartenza. È un’analogia, una ridefinizione. Visivamente è bella, il significato c’è tutto. In fondo se davvero volessimo vedere analogie con le figure cristiane (perfino lo stesso Cristo) nelle copertine dei singoli e degli album basterebbe fare un giro nelle varie piattaforme di streaming e ne vedremmo a bizzeffe (l’ultimo disco di Guè ne è un chiaro esempio, Guesus).
Fa quindi sorridere che il Codacons faccia causa a Rai, Achille Lauro e chi più ne ha più ne metta. Quel Codacons che fa la guerra continua a Fedez e che ha perso la credibilità ormai tempo fa. Se queste sono le priorità, figurarsi i problemi dei consumatori… Non è una gran pubblicità, in fondo.
È lo specchio di un paese che si divide? No. È lo specchio di una piccola minoranza che vuol fare casino solo per cercare di riprendersi una visibilità che sente persa e non lo è affatto, quella dei cattolici ortodossi che hanno paura del cambiamento. Un cambiamento, però, è in atto. Con buona pace di chi ci casca. Lo stesso Osservatore Romano, organo della Cei, si limita a dire che “il cantante si è rifatto all’immaginario cristiano. Niente di nuovo”.
Attenzione, lo dico a chi appoggia i cattolici intransigenti: tutte queste critiche non fanno altro che portare pubblicità a Lauro, non a voi. E, francamente, lo fanno sentire ancora più simpatico e la sua performance meno banale di quanto appaia.