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Rogo di Montelupo, preso anche il secondo componente del commando

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L’attività di indagine finalizzata al rintraccio degli altri due componenti del commando responsabile dell’incendio aggravato dalle finalità di terrorismo avvenuto nella notte di Capodanno presso il Centro Latticini di Montelupo Fiorentino, e degli altri gravi danneggiamenti registrati in alcune province toscane dall’ottobre 2012, ha consentito di rintracciare, nel nord della Francia, anche il secondo componente del commando un trentenne fiorentino. Lo stesso, resosi irreperibile subito dopo i fatti di Montelupo, è stato fermato nella mattinata odierna dagli uomini della Sezione Antiterrorismo della Digos di Firenze diretta dal vice questore aggiunto Roberto Ricciardi, in collaborazione con il personale della Digos di Siena, mentre rientrava in Italia.  Il lavoro di intelligence della Digos fiorentina ha permesso di monitorare tutti gli spostamenti dell’Oggioni durante la sua fuga all’estero interessando, attraverso i canali informativi della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, anche gli uffici transalpini che erano sulle tracce del soggetto, rifugiatosi presso conoscenti dell’area animalista incontrati su Facebook. Il trentenne, consapevole dell’ impossibilità di poter proseguire la sua fuga all’estero poiché – grazie all’incessante attività della Digos – isolato e privato della rete di collaborazione indispensabile per condurre una eventuale latitanza fuori dall’Italia, si è reso reperibile stamane, nei pressi del casello autostradale di Firenze Impruneta, concordando la sua consegna, dopo una lunga trattativa telefonica con il funzionario della Polizia di Stato, responsabile della sezione antiterrorismo. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente, Procuratore Capo Giuseppe Quattrocchi  e Sostituto Procuratore Sandro Cutringelli , l’indagato è stato condotto presso il carcere di Sollicciano. Sono in corso ulteriori attività investigative finalizzate alla ricerca del terzo componente del gruppo nonché alla ricostruzione della rete dei contatti che l’arrestato aveva all’estero.

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