(Adnkronos) – Guerra Ucraina-Russia, i prezzi di gas e petrolio continuano a salire. Il prezzo del gas in particolare vola ai massimi storici e tocca i 200 euro Mwh. Al mercato telematico di Amsterdam ha toccato il record storico di 199,99 per poi scendere leggermente al Megawattora con il future Ice Ttf, che è il riferimento della materia prima per l’Europa. Si tratta di un aumento del 19% rispetto alla chiusura di ieri.
Il prezzo di un barile di petrolio Brent, il punto di riferimento per l’Europa, ha invece superato la soglia dei 119 dollari per la prima volta dal 2013, in mezzo alla crisi causata dall’invasione della Russia in Ucraina e dopo che l’Opec+ ha deciso di mantenere il previsto aumento graduale della produzione. Di conseguenza, il prezzo di un barile di greggio Brent ha raggiunto un massimo intraday di 119,77 dollari, in aumento di quasi il 6% dalla chiusura di mercoledì.
Questa è la prima volta che il Brent ha superato la soglia dei 119 dollari al barile dal febbraio 2013 e il costo più alto del greggio di riferimento europeo dal 26 aprile 2012: l’ultima volta che aveva superato i 120 dollari al barile risale al 25 aprile 2012.
Nel frattempo, il prezzo di un barile di petrolio West Texas Intermediate (Wti), il punto di riferimento per gli Stati Uniti, continua a salire e oggi viene scambiato a 116,57 dollari, rispetto ai 110,60 dollari della chiusura precedente. Finora quest’anno, il prezzo di un barile di Brent è aumentato del 51%, mentre il costo del Wti è aumentato del 55%.
Mercoledì, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) e i suoi alleati, il gruppo noto come Opec+, hanno deciso di aumentare la loro produzione comune di petrolio di 400.000 barili al giorno. Così, dal mese prossimo, la produzione Opec+ salirà a 41,694 milioni di barili al giorno, rispetto alla quota di 41,294 milioni di barili al giorno fissata per marzo.
Il gruppo di Paesi, che comprende l’Opec e alleati come Russia, Messico e Kazakistan, ha concluso che i fondamentali del mercato del greggio e le prospettive indicano un “mercato ben equilibrato”. Inoltre, hanno assicurato che l’attuale “volatilità” dei prezzi non è causata da problemi fondamentali ma da ragioni geopolitiche.