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Trattoria Vittoria, il pesce fresco è tornato in tavola

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di Elisabetta Failla

La Trattoria Vittoria, in via della Fonderia a due passi da Ponte alla Vittoria ha fatto la storia della ristorazione a Firenze. Dagli anni ’70 era il punto di riferimento per chi voleva mangiare pesce fresco portato ogni mattina dalla costa toscana. Il ristorante era frequentato da fiorentini, e non solo, ma anche da vip come Alberto Sordi, Carla Fracci. Sergio Leone, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni. Il ristorante chiuse poi nel giugno 2021, dopo circa 50 anni di attività, in seguito ai problemi derivanti dal lockdown. Un dispiacere per Francesco Baglioni e la sua famiglia, che gestivano il locale, ma anche per tutti i clienti che apprezzavano l’ambiente e la sua cucina.

Ma non tutto è perduto. Dopo nemmeno un anno la Famiglia Baglioni ha ritrovato la voglia e il coraggio di ritornare nel mondo della ristorazione riaprendo da poche settimane la Trattoria Vittoria in via Pisana 120r, a pochi passi dal vecchio locale e davanti all’ex cinema Universale. Un locale diverso dal precedente: più intimo e raccolto, ma sempre elegante, e con un’aria di mare che, se non si sapesse di essere a Firenze, si potrebbe immaginare di essere davvero sulla costa. Sarà per le pareti azzurre, per le sculture in legno realizzate da Simone Del Carmine che raffigurano pesci e cavallucci marini appese ovunque, ma Trattoria Vittoria è un luogo dove si sta bene a tavola coccolati da Francesco Baglioni e dalla sua famiglia. “Per gestire un ristorante ci vuole umiltà nei confronti del cliente – spiega il signor Francesco – e prendersene cura sempre anche se prende solo un piatto. L’accoglienza e la considerazione sono fondamentali. E’ il primo biglietto da visita del ristorante”.

Il pesce, naturalmente, è freschissimo e proviene, sempre quotidianamente, da Porto Santo Stefano, Livorno e Viareggio. Il menu, più contemporaneo negli abbinamenti delle materie prime, è un gustosissimo percorso marino di alta qualità. Perché quella è rimasta sempre la stessa e Francesco Baglioni ci tiene a sottolinearla. Abbiamo cominciato con delle alici marinate e polpette di pesce come amuse-bouche. Davvero ottime: abbiamo apprezzato anche l’ottimo olio della marinatura delle le alici che ha fatto sicuramente la differenza. Per antipasto ci sono stati serviti i gamberetti rosa con cuori di carciofo e scaglie di parmigiano. Un piatto leggermente tiepido e molto equilibrato dove la dolcezza del pesce viene contrastato dall’amarognolo del carciofo e attenuato dalla dolcezza sapida del parmigiano. A seguire una tartare di gamberi rossi di Mazara, tonno e ricciola. Se amate il pesce crudo non potete perdervi questo piatto dove la freschezza e la qualità hanno un ruolo fondamentale. Ultimo antipasto il carpaccio di ricciola arrivata la mattina stessa. Anche qui freschezza e qualità ma, soprattutto, si ha la sensazione di “avere il mare in bocca”.

Per quanto riguarda i primi abbiamo iniziato con le bavette all’astice, ricca di condimento di pesce  con una perfetta la cottura della pasta davvero al dente, e gli gnocchetti alle triglie, carciofi e olio alla menta. Le triglie sono un tipo di pesce pieno di lische e con un sapore forte che talvolta non è particolarmente amato. Intanto, complimenti alla brigata di cucina perché il pesce era perfettamente diliscato. Anche questo piatto è molto equilibrato dove il gusto delle triglie era mitigato dall’acidità dei carciofi e dalla freschezza della menta. In abbinamento abbiamo degustato un Sauvignon Le Vigne di Zamò Colli Orientali del Friuli, un bianco fresco e aromaticamente intenso e che ben stava al menu proposto. Dopo la pressatura soffice e la fermentazione in acciaio, il vino affina per otto mesi in vasche di acciaio prima di essere imbottigliato. Di colore giallo paglierino chiaro, ha un profumo intenso ed elegante di fiori bianchi, frutta e note vegetali. Al gusto è piacevolmente fresco, soprattutto nel finale, sapido, armonioso e persistente.

Alla fine abbiamo degustato un magnifico e ricco Millefoglie ai frutti di bosco abbinato a un Passito di Pantelleria Terre di Zagara. Prodotto con Zibibbo, ha un colore dorato quasi ambrato. Al naso mostra sentori di uva passita, dattero, miele e di macchia mediterranea. Al gusto è dolce, fresco, persistente e ben equilibrato. Sul finale ritornano l’uva passa e il dattero con un retrogusto leggermente mandorlato. Se avete amato la “prima” Trattoria Vittoria siamo certi che l’amerete ancora di più. Per chi non l’avesse conosciuta, vi consigliamo di farlo. Rimarrete davvero sopresi della qualità del cibo e della carta dei vini.