(Adnkronos) – L’alleanza con i 5 Stelle? “Penso che i perplessi siano nel Pd come nello stesso M5S. Oggi Conte ha detto che loro hanno punti irrinunciabili, stesso ragionamento vale per noi”. Andrea Marcucci, senatore dem, risponde così all’Adnkronos sulla possibile alleanza con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte dopo un lungo periodo caratterizzato da numerosi distinguo tra Pd e grillini. Una legge elettorale proporzionale farebbe chiarezza garantendo “coerenza alle forze politiche” e dopo le amministrative, dice Marcucci, potrebbe aprirsi anche una breccia a destra sulla riforma.
Senatore Marcucci, lei è sempre stato considerato tra i dirigenti Pd più cauti sull’alleanza con i 5 Stelle. Pensa che il numero dei perplessi stia aumentando tra i dem viste i continui scarti di Conte rispetto alle posizioni del Pd, dall’ucraina al termovalorizzatore a Roma? “Penso che i perplessi siano nel Pd come nello stesso M5S. Oggi Conte ha detto che loro hanno punti irrinunciabili, stesso ragionamento vale per noi. Riassumo: per il Pd è prioritario l’europeismo, l’atlantismo, e direi anche l’agenda Draghi per i prossimi anni”.
“Evidenti a tutti le possibili frizioni, per questo auspico che si cambi una legge elettorale che ci costringerebbe, a noi come al centrodestra, di tenere in piedi alleanze che non sono più credibili”. Come interpreta la strategia di Conte? Oggi ha detto ‘qualcuno ci vuole fuori dal governo’… “A Conte ho risposto che penso che siano loro i primi ad avere il desiderio di uscire dalla maggioranza”.
Il campo largo con Conte è ancora possibile e ancora conveniente per il Pd? “Se fossimo costretti al Rosatellum, io credo vada aperto anche a Renzi, Calenda e agli ecologisti. Se ci fossero i 5 stelle, mi sembra giusto aprire anche ai riformisti”.
Il proporzionale risolverebbe alcuni problemi. Anche Letta sembra meno dubbioso. Quali chance ci sono per approvare la riforma? “Non risolve solo alcuni problemi, è l’unico sistema elettorale che in questo momento garantisce coerenza e serietà alle forze politiche. Io lo dico dal 2019, poi ad un certo punto rimasi quasi solo a sostenerlo, sono contento che ormai sia un’esigenza condivisa”. Nel Pd c’è chi sostiene che la Lega potrebbe convincersi sul proporzionale. Lo pensa anche lei? Ne ha parlato con colleghi della Lega? “Dopo il congresso di Fdi, chi ha voluto capire nella Lega ha capito. Penso che dopo le amministrative, la riforma della legge elettorale possa trovare la spinta che serve”.
Il 10 maggio esce il suo libro ‘Io sono liberale’ che ripercorre la sua esperienza politica. Un libro per dire cosa? “Mi sono girato indietro ed ho pensato di avere un bel tratto di strada da raccontare: dal 1992 ad oggi. Ho tenuto a sottolineare la mia cultura politica degli inizi, che è rimasta la stessa anche durante ‘un viaggio tra tre repubbliche’. In fondo sono rimasto un liberale”.