“Abbiamo appreso che la società consortile One Scarl, che raccoglie i soggetti del trasporto su gomma in Toscana, ha deciso di fare ricorso contro la decisione dell’Antitrust di multarla per 3,5 milioni per abuso di posizione dominante per aver ritardato il subentro dell’aggiudicatario della gara pubblica per il tpl, ovvero Autolinee Toscane. In effetti è una sentenza molto pesante, che conferma l’incomprensibile ostilità della Regione, soggetto denunciante, nei confronti delle aziende toscane del tpl. Spero che One Scarl possa presto dimostrare la correttezza dell’operato delle sue consorziate”. Così Giuseppe Gori, presidente delle Confcooperative Toscana Nord commenta gli ultimi sviluppi della vicenda della gara per il trasporto pubblico locale: la multa inflitta dall’Antitrust alla società consortile One Scarl per aver ritardato il subentro del nuovo gestore e la decisione annunciata ieri dal consorzio di fare ricorso.
“Vorrei evidenziare in particolare due aspetti – aggiunge Gori -: la determinazione con cui la Regione Toscana ha fatto appello all’Antitrust contro le aziende del tpl sembra non tenere conto del fatto che le aziende stesse sono pubbliche o a partecipazione anche dei Comuni. La penalità inflitta dall’Antitrust andrà a ricadere sul patrimonio stesso delle aziende e di conseguenza sulle quote detenute dai Comuni. Alla fine, quindi, lo zelo della Regione andrà a pesare sui conti degli enti locali (e quindi sui servizi offerti ai cittadini toscani).
Oltre al danno sempre più evidente di avere un servizio tpl scadente e non all’altezza delle aspettative, per Comuni e cittadini si aggiunge quindi anche il ricorso all’Agcm, voluto dalla Regione Toscana, e la beffa di dover pagare una multa. La seconda considerazione la vorrei fare più nel merito della vicenda. Vorrei ricordare che il passaggio di consegne tra i vecchi e il nuovo gestore sarebbe dovuto avvenire in pieno Covid, quindi, in un momento in cui le aziende del trasporto pubblico hanno garantito ai cittadini un servizio essenziale, così come chiesto proprio dalla Regione Toscana, nonostante le difficoltà e l’alto numero di contagi tra i lavoratori.
La cessione dei beni riguardava, tra le altre cose anche 80 immobili, un numero importante che complicava ulteriormente una situazione già critica. Nel frattempo era stato deciso, di comune accordo con la Regione, di posticipare il subentro a dopo la sentenza del Consiglio di Stato, uno dei tantissimi tasselli dell’iter giudiziario non ancora definitivamente concluso. Non considerare tutti questi elementi significa arroccarsi su una rigida posizione e mostrare ancora una volta la volontà di contrapporsi alle aziende toscane”