Home ULTIM'ORA Spese mediche, detrazioni e franchigia: cosa c’è da sapere

Spese mediche, detrazioni e franchigia: cosa c’è da sapere

Adnkronos
277
0

(Adnkronos) – Chi si trova ad affrontare spese mediche come l’acquisto di farmaci prescritti dal Servizio sanitario nazionale ha diritto a recuperare una parte dei costi sostenuti. Ma quali sono le spese sanitarie detraibili e come funziona la franchigia? A fare luce è La Legge per Tutti, spiegando quali acquisti o prestazioni danno diritto allo sconto fiscale del 19% e come bisogna effettuare i pagamenti. 

Che cos’è la detrazione sulle spese sanitarie
 

“Lo Stato riconosce ai cittadini un contributo per le spese sanitarie sotto forma di detrazione fiscale. Il contribuente può così recuperare il 19% di quello che ha speso per visite ed esami o per l’acquisto di medicine o protesi” si legge sul portale di diritto. 

Che cosa dà diritto alla detrazione sulle spese mediche
 

Il Fisco, ricorda La Legge per Tutti, riconosce una detrazione Irpef del 19% per le spese sanitarie relative a: prestazioni rese da un medico generico (incluse quelle per visite e cure di medicina omeopatica); acquisto di medicinali (anche omeopatici) da banco e con ricetta medica; prestazioni specialistiche; analisi, indagini radioscopiche, ricerche e applicazioni, terapie; prestazioni chirurgiche; ricoveri per degenze o collegati a interventi chirurgici; trapianto di organi; cure termali (escluse le spese di viaggio e soggiorno); acquisto o affitto di dispositivi medici e attrezzature sanitarie (comprese le protesi sanitarie); assistenza infermieristica e riabilitativa (fisioterapia, kinesiterapia, laserterapia, ecc.); prestazioni rese da personale in possesso della qualifica professionale di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale esclusivamente dedicato all’assistenza diretta della persona; prestazioni rese da personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo; prestazioni rese da personale con la qualifica di educatore professionale; prestazioni rese da personale qualificato addetto ad attività di animazione e di terapia occupazionale. Le spese sostenute nell’ambito del Servizio sanitario nazionale danno diritto alla detrazione per l’importo del ticket pagato. 

Ci sono dei limiti per avere la detrazione sulle spese mediche?
 

La legge non impone dei limiti massimi di spesa per ottenere la detrazione del 19% sulle spese mediche, spiega il portale di diritto. “Tuttavia, un limite minimo c’è ed è la cosiddetta franchigia. In pratica, si recupera la parte che eccede la soglia di 129,11 euro. Per fare un esempio, chi ha speso durante l’anno 500 euro tra farmaci, esami e visite dovrà fare questo calcolo: 500 euro – 129,11 euro di franchigia = 370,89 euro. Vuol dire che potrà recuperare il 19% di 370,89, ossia 70,47 euro. Il problema si presenta per chi tutti gli anni spende meno di 129,11 euro: per lui non ci sarà alcuna detrazione fiscale sulle spese mediche, poiché non supera la franchigia”. 

“Altro vincolo imposto sulla detrazione del 19% è quello dell’incapienza Irpef. Significa che un contribuente ha un reddito così basso da rientrare nella no tax area, cioè in quella fascia in cui non si paga l’Irpef (reddito fino a 8.145 euro per i dipendenti, 8.130 euro per i pensionati, 8.400 euro per gli autonomi), oppure che l’Irpef da pagare è inferiore a quella da recuperare”. Ad esempio, “se devi allo Stato 2.000 euro di tasse e devi recuperare dalle spese sanitarie 3.000 euro – viene spiegato – avrai 1.000 euro di incapienza, cioè 1.000 euro che non recupererai mai. La detrazione del 19% non verrà applicata, dunque, su 3.000 euro ma su 2.000 euro meno la franchigia di 129,11 euro”. 

Come bisogna pagare per avere la detrazione sulle spese mediche
 

Va ricordato, “innanzitutto, che per avere la detrazione sulle spese mediche occorre allegare alla dichiarazione dei redditi gli scontrini, le ricevute, le fatture o qualsiasi altro documento che dimostri la natura della spesa sostenuta. Gli scontrini della farmacia, in particolare, dovranno riportare il codice fiscale di chi ha pagato il medicinale e intende recuperare la spesa dalla dichiarazione. Quindi, lo scontrino non deve essere per forza intestato al paziente se non è lui a beneficiare della detrazione ma a chi materialmente paga e conserva il documento da presentare al Fisco. Detto questo, sul sistema di pagamento ci sono due alternative, a seconda del luogo in cui avviene la spesa. La prima è quella di pagare anche in contanti e di avere, comunque, il diritto alla detrazione. Ciò, però, è possibile solo per quanto riguarda: farmaci; dispositivi medici; visite ed esami in ospedale o in una clinica convenzionata con il Sistema sanitario nazionale”. 

“L’altro possibile sistema di pagamento è quello elettronico (carta di credito o Bancomat) che diventa obbligatorio ai fini della detrazione fiscale per le visite specialistiche in regime privato o in strutture private. È, tuttavia, possibile pagare tramite bonifico. L’importante, per avere il beneficio fiscale, è che venga effettuato un pagamento tracciabile. E, ovviamente, che vengano conservati i documenti che provano la spesa fatta. In parole povere, si potrà pagare in contanti una pastiglia per il mal di testa o un corsetto ortopedico ma si dovrà utilizzare il bonifico o la moneta elettronica per il dentista privato o per l’oculista che riceve nel suo studio”. 

Si può pagare con app per avere la detrazione sulle spese mediche?
 

Chi utilizza un’app per pagare le spese mediche potrà usufruire della detrazione del 19% solo se consegna al Centro di assistenza fiscale (il Caf) o all’intermediario anche l’estratto conto bancario da cui risulti l’addebito, spiega La Legge per Tutti. “Non basterà, quindi, la fattura, la ricevuta o lo scontrino. Secondo l’Agenzia delle Entrate, il tracciamento dei pagamenti elettronici (che si tratti di carta di credito o di debito ma anche di un’app) deriva dalle rilevazioni contabili della banca. Pertanto, ad avviso del Fisco, la spesa va provata con l’estratto conto e, solo se questo non indica tutte le informazioni, anche la copia delle ricevute in-app”.