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Commissione d’inchiesta Covid, cosa dicono Crisanti e Bassetti

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(Adnkronos) – Una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del Covid e sui morti che il Paese ha avuto per il virus. E’ quanto proposto da Giorgia Meloni, leader di Fdi. Una prospettiva che divide: c’è chi è scettico sull’utilità e chi invece la invoca come necessaria per chiarire eventuali responsabilità.  

Crisanti – Per il virologo Andrea Crisanti “una commissione d’inchiesta potrà essere fatta soltanto alla luce degli elementi che emergeranno dall’inchiesta di Bergamo, che ha accumulato una quantità di documenti tali che penso poco potrà aggiungere una commissione”, spiega all’Adnkronos Salute. Quanto alla possibilità che, in particolare in caso di vittoria del centrodestra alle imminenti elezioni, venga avviata una commissione d’inchiesta, come prospettato dalla stessa Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, Crisanti puntualizza: “Io non do giudizi né faccio il processo alle intenzioni” di una commissione. “Dico solo che sicuramente l’indagine effettuata a Bergamo sarà in grado di condividere una quantità di documenti, osservazioni e analisi senza precedenti. E poi si vedrà. Senza l’esito di questa inchiesta non avrebbe senso”. 

Il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, com’è noto, ha firmato la super perizia depositata a metà gennaio in procura a Bergamo, che ricostruisce in un centinaio di pagine e 10mila allegati i primi mesi della pandemia e alcuni passaggi cruciali di quei giorni del 2020 in Val Seriana, zona che è stata fra le prime in Lombardia ad essere travolta dallo tsunami Covid, nella prima ondata pandemica. Quella della procura bergamasca per Crisanti “è un’operazione che è stata imparziale e condotta davvero in maniera granulare nel dettaglio”.  

Bassetti – “Non serve una commissione d’inchiesta parlamentare sul Covid ma un comitato d’indagine composto da medici e scienziati”, sottolinea all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive ospedale San Martino di Genova. “Su cosa dovrebbe indagare la commissione parlamentare? Sul fatto che non ci fosse un piano pandemico? – suggerisce l’infettivologo – Sul fatto che avevamo meno posti letto in terapia intensiva rispetto al fabbisogno? Sul perché abbiamo comprato alcune mascherine e non altre? Va benissimo, ma se invece vogliamo capire perché ci sono stati tanti decessi o perché alcune terapie sono state usate male, allora – conclude – serve una commissione scientifica indipendente”.  

Andreoni – “Tralasciando le motivazioni politiche in piena campagna elettorale, direi che è un’ipotesi fuori posto. Possono essere stati fatti degli errori ma eravamo di fronte ad una pandemia di un virus nuovo e difficile, era impossibile non sbagliare e comunque l’Italia, rispetto ad altri paesi, ha avuto una gestione corretta”. Così all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commenta quanto proposto da Giorgia Meloni, leader di Fdi, che ha chiesto una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia da Covid-19. “E’ chiaro – aggiunge Andreoni – che sotto l’aspetto scientifico sarà utile e necessario, quando la fase pandemica sarà passata, rivedere quanto fatto, ma nell’ottica di affinare al meglio le strategie per evitare di farci trovare impreparati in futuro”. 

Minelli – “Sull’ipotesi, un po’ estrema, di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia, ritengo che assomigli molto a una resa dei conti che personalmente mi pare immotivata. È troppo presto, infatti, per un giudizio storico, è troppo presto per una valutazione scientifica di senso compiuto. Ignoriamo ancora le origini del virus e vogliamo già indicare delle responsabilità?”, sottolinea all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. “Forse sarebbe più utile una commissione d’inchiesta a livello planetario, anche per evitare di dover essere giudici solitari di fatti che hanno rilevanza universale”, conclude con una battuta l’immunologo.