Home PRIMO PIANO Polemica Mandela: Nardella attacca, Meloni risponde per le rime. Scivolata del sindaco...

Polemica Mandela: Nardella attacca, Meloni risponde per le rime. Scivolata del sindaco che regala altri voti Fratelli d’Italia

admin
314
0

da LA NAZIONE:IT 

Non guasta la festa neppure la polemica che hanno innescato le parole del sindaco Dario Nardella su Nelson Mandela. Scaltrezza politica, la sua, con una piccola scivolata in lungo che un po’ brucia. Ma il botta e risposta al vetriolo toglie i riflettori da Giorgia, tocca condividerli con lui. Lei risponde che Nardella “è ridicolo”. Ma il giochetto non le sfugge (mentre le sfugge un imperfetto congiuntivo “vorrei che fareste”) e dice: “Il Pd nel programma parla di me, roba che se io smetto non ha niente da dire”. Poi attacca il sindaco e partono i buuuu della gente, lunghissimi. Lei non indugia, li stoppa.

A cena, tra i big, ci sono anche Daniela Santanché Ignazio La Russa. La musica è del quintetto d’archi guidato dal maestro Giuseppe Lanzetta, da Battisti a La vita è bella .

«Ognuno è libero di scegliere come e dove manifestare il proprio pensiero politico in democrazia – attacca Nardella – Però Giorgia Meloni ha scelto il Nelson Mandela Forum, l’unico palazzetto dello sport che porta il nome del grande politico sudafricano per volontà dei suoi familiari e compagni: lei si rende conto di incarnare i valori opposti? Ricorda che lui ha passato 27 anni in una cella per combattere l’apartheid? E’ andata a vedere la riproduzione di quella cella?”. Ecco la buccia di banana. Perché lei c’è andata. Per la cena di Natale che ha fatto qui nel 2019. “Ridicolo, dice stupidaggini”, s’infervora Meloni. “Il referente nominato da Nardella responsabile di questo luogo mi ha dato le chiavi” e il passaporto onorario del Mandela Forum. “Nardella non se n’era accorto, oppure devo dedurre che cerca di ravanare due o tre voti per il Pd in grande difficoltà”. La vera apartheid per Giorgia “è fare entrare gli stranieri e poi trattarli da schiavi”. Poi butta giù il muro dell’inviolabilià toscana. Al suo tavolo siedono tutti i sindaci conquistatori: Siena, Arezzo, Pisa, Pistoia, Massa, Lucca, Piombino e il vice di Grosseto coordinatore regionale FdI, Fabrizio Rossi.

«Le roccaforti» della sinistra “non esistono più, e mi pare che lo abbiamo ampiamente dimostrato proprio qui”, spinge sull’acceleratore. Non manca il tema caldo: rigassificatore di Piombino. “Abbiamo il dovere di verificare se ci sia un’alternativa più veloce per non far ricadere tutti i sacrifici sulla stessa città, altrimenti compensazioni”.

Ma non finisce qui. Come Madonna chiede al suo pubblico: siete pronti? siete caldi? “Io sono pronta se voi volete un governo che non si fa ricattare, comprare e non guarda in faccia nessuno”. Fuga per la vittoria. “Nessuno ha le spalle più larghe di un popolo mobilitato”. Poi parte l’inno nazionale. Tutti i candidati sul palco con la mano sul cuore. L’ex parlamentare non ricandidato Achille Totaro in maglia rossa. Sala in piedi. “Viva l’Italia, viva Fratelli d’Italia”, fa lei voltandosi a braccia levate.