‘Credo nell’Italia e nella Lega’. Tutta scrostata, sul muro che costeggia il pratone di Pontida, resiste ancora la vecchia scritta ‘Padroni a casa nostra’. Ma la Pontida 2022 punta sullo slogan del ‘credo’ che Salvini ha lanciato per questa campagna elettorale. Nella culla del leghismo, dove è nato il mito del Carroccio che si ribellava a Roma ladrona, oggi si pensa al voto, alle elezioni del 25 settembre, che arriveranno la domenica successiva a quella di Pontida. Salvini chiama a raccolta i suoi, vuole dare un messaggio di compattezza e forza, punta a risalire sui sondaggi. La nuova sfida del Capitano, dopo le amministrative che lo hanno visto sconfitto anche al nord, fino a ieri bastione inespugnato del leghismo, e ora conteso dai ‘cugini’ di Fratelli d’Italia, guidato da Giorgia Meloni.
Via Bellerio intanto fornisce i primi numeri ufficiali, relativi alla partecipazione prevista. Saranno oltre 200 i pullman in arrivo nella Bergamasca, poi ci sarà spazio per camper e roulotte, mentre i leghisti duri e puri arriveranno con le loro auto. Intanto si montano i gazebo, che saranno 38, a rappresentare le regioni della Lega a vocazione nazionale, e alcune associazioni. Il palco sarà in versione maxi, dodici metri di altezza, largo 30, con due mega schermi per far vedere i leader anche da chi sarà distante. Top secret resta, come sempre, la scaletta degli interventi. Mentre oltre oltre 100 richieste di accredito sono state registrate per i giornalisti, anche dall’estero. Di certo il sabato dei giovani, la vigilia della festa, il giorno in cui si riuniscono sul piazzale i ragazzi della Lega per quest’anno salterà: “Non andremo – ha spiegato all’AdnKronos Luca Toccalini – coordinatore dei giovani leghisti – siamo impegnati sui territori per la campagna elettorale”.
Dal 2019 Pierguido Vanalli è il sindaco della cittadina di Pontida, il comune con circa 4500 abitanti che ospita la kermesse. “Siamo pronti – dice all’AdnKronos – il meteo sembra sarà perfetto, siamo in campagna elettorale, sono gli ultimi 5 giorni di campagna elettorale e ci sarà lo sprint”. Da Salvini si aspetta l’appello al voto: “Credo che saranno quelli i temi che ci proporrà, in vista del voto”. Il primo cittadino, classe ’64, leghista di lungo corso (“ho la tessera dal ’99”), spera che ci sia almeno l’affluenza del 2019, ultima edizione della festa, prima dello stop per la pandemia. “Abbiamo dati ottimi, dalla prefettura sappiamo che sono previste tante persone”. Vanalli ‘crede’ in Salvini: “Anche da ministro dell’Interno, nonostante ci fossero i Cinque Stelle ha fatto qualcosa”. “Con Draghi, molto apprezzato anche qui ci abbiamo provato, poi qualcuno ha pensato che un sacco di spazzatura fosse più importante del governo e lo ha mandato a casa”, dice ancora con riferimento al M5S di Conte. E ora Salvini si è adeguato, per questo siamo al voto…”. Anche Bossi ci sarà? “Speriamo che riesca ad esserci, non ci fa che piacere”.
Dal Comune al ristorante. Chicco Signorini è uno dei proprietari del locale-pizzeria ‘Anch’io’, a poche centinaia di metri dal pratone che ospiterà Salvini e i suoi. “Ci prepariamo pure noi – dice all’AdnKronos – per ora ho un tavolo da dieci prenotato, sono miei amici, di solito è così, poi però domenica arrivano tutti per mangiare”. Innanzi tutto Signorini conta sulle forze di sicurezza: “Penso che ci saranno anche quest’anno i circa 150 agenti e carabinieri che vengono qui a menu fisso”, dice. “Digos, reparti cinofili e poliziotti sono nostri clienti abituali”. Signorini ha 61 anni, e racconta la sua esperienza di Pontida: “Succede tutto in un giorno, poi si torna alla nostra normalità, ma ora in tanti qui ci domandiamo cosa voteremo, io – ammette – quest’anno non voterò Lega, come ho fatto alle ultime elezioni, certo non passerò a sinistra, ma non voterò neanche per Berlusconi…”. L’imprenditore non lascia spazio all’immaginazione, anche a Pontida ci saranno i voti per Giorgia Meloni.
“Salvini – spiega – è ondivago, ha messo da parte le richieste del nord produttivo, ha promesso senza mantenere, e su alcuni temi mi pare sia stato eccessivo, come sui migranti”. “Lui ha fatto pure un governo con Conte che per me resta uno scappato di casa”, è il rimprovero. Poi non manca la nostalgia, ma non è per Bossi: “Sono cresciuto con Berlinguer e Almirante, che erano veri politici”. Ora si pensa al lavoro: “Quello del raduno è l’unico giorno in cui serviamo i clienti con i piatti e bicchieri di plastica, ma ben venga, perché finalmente si incassa qualcosa e di questi tempi è una boccata d’ossigeno…”.
Intanto al telefono del bar del paese, il ‘bar 8’ in piazza del Giuramento (quello risalente al 7 aprile 1167, che diede vita alla Lega Lombarda contro il Barbarossa) risponde Renato, uno dei due fratelli titolari. “La festa della Lega? Più gente c’è meglio è, così guadagniamo, perché la crisi qui nella Bergamasca è davvero drammatica”. Ma anche Renato non si fa illusioni: “Sono 30 anni che non voto, non sono né pro né contro Salvini o gli altri politici – dice all’AdnKronos – . La verità è che a noi non ci aiuta nessuno, ci dobbiamo sempre arrangiare. Quelli raccontano solo tante palle…”.