I funerali avranno luogo oggi venerdì 23 alle 11,30 alla Basilica di San Miniato a Monte.
Il tramonto riversava il sole sul prato della Fondazione Turati, un mondo a se sulla collina pistoiese dove potersi prendersi cura degli anziani e che Nicola Cariglia amava in modo particolare. Avevamo fatto un dibattito seguito attentamente dagli ospiti dell’istituto, e ora, seduti a un tavolo stavamo guardando in silenzio gli anziani alla prese con te e biscotti.
Spero che al momento giusto troverai un posto anche per me, gli dissi all’improvviso, e lui ‘certo che sì, a patto che oltre a te ci sia anch’io e qualche altro amico avanzo di gioventù, altrimenti con chi discutiamo ? Sarebbe bello ma chi sa cosa ci riserba il futuro. A Graziano, per esempio, credi che gli piacerebbe? Sarebbe l’anima delle nostre contraddizioni.
Ecco che in un attimo avevamo formato un gruppetto di vecchi che in gioventù si erano battuti per una esistenza migliore della città, per una politica più costruttiva e meno egocentrica. Nicola se n’è andato e lo ha fatto da solo, con accanto Grazia, con la quale aveva condiviso la sua esistenza, non solo di vita familiare ma anche di giornalismo. Una vita ricca di cose. Se è vero , come dice la scienza, che un attimo prima di morire ognuno di noi ripassa la sua vita, a Nicola quell’attimo non è bastato: l’esistenza in Rai, dove si è formato affrontando più d’un incarico: da responsabili dei servizi esteri che impegnarono a fondo l’emittente, a direttore della sede di Firenze un dei punti fermi delle TV pubblica italiana, durante il quale aveva guidato un gruppo davvero speciale di colleghi, ad affrontare la complessa realtà regionale.
Uomo che sentiva la politica come aveva fatto suo fratello Antonio, era stato vicesindaco di Firenze, città estremamente difficile da governare e si era prodigato in numerose iniziative per renderla migliore. Figlio di una cultura laica ricca di una continua ricerca di sviluppi futuri, aveva dato contributi per dare a Firenze un presente degno della sua storia, ma non ancorato totalmente al suo passato. La sua sottile ironia era spesso previdente. Mi ricordo che una volta, a Hong Kong, mentre traversavamo la baia mi disse: se ci mettono mano i cinesi con quel loro pragmatismo sociale e politico, qui si volta completamente pagina. E così è stato.
Da un po’ di tempo ci eravamo limitati a rari incontri, lui tra l’altro era completamente preso dalla Fondazione Turati alla quale ha dedicato gran parte delle sua vita, e che ha il suo centro direttivo a Pistoia in stretto collegamento fra Firenze, Gavinana e Vieste dove la struttura era nata grazie al fratello Antonio, il più vecchio di numerosi fratelli : vi si è dedicato quasi totalmente come aveva fatto a suo tempo per la presidenza dell’aeroporto di Firenze che gli aveva creato ben altri problemi. E’ come la novella dello stento, mi diceva, quando io ironicamente gli chiedevo a che punto fossimo: quello che dura tanto tempo e non finisce mai com’è per tante altre cose di questa città.
A volte quando cala il sole su un’altra giornata, mi rendo conto che è passata invano.
Appena sveglio con un attimo di conoscenza prima di non svegliarsi più ha detto a Grazia: non ci vedo. Ed è stato l’ultimo tramonto di sole su una vita tanto ricca da meritare un libro. Forse qualcuno lo scriverà prima o poi: Firenze ha bisogno di memorie. A presto Nicola, prepara lì dove sei, un tavolo per le chiacchiere che speravamo di fare a Gavinana. Un abbraccio a Grazia.
Ciao Nicola,
te ne sei andato improvvisamente
non riesco ancora a farmene una ragione. mentre ti guardavo, ieri mattina, nella camera intensiva al CTO
con la Grazia e tua figlia che ti accarezzavano nella mia mente scorrevano ricordi recenti e lontani, tutti scolpiti nella mia memoria , pronti a testimoniare a chiunque chi era Nicola Cariglia.
Ho con te un debito di riconoscenza personale ,
mi invitasti a prendere un caffè al Perseo in Piazza della Signoria,
in quel momento pesava su di me, un episodio di malagiustizia,
una accusa infamante di corruzione
sulla vicenda di Castello ,risolta in seguito
dalla Corte di Cassazione perché “il fatto non sussiste”.
Ebbene di fronte a quel caffè mi chiedesti di far parte del CDA della Fondazione Filippo Turati
con incarico nel Direttivo.
Mi torna in mente quando tu Vice-Sindaco e io Assessore nella giunta Bogiankino accompagnammo
Samba ,senegalese, al suo primo lavoro di lavapiatti nel bar-ristorante Paskoschi.
la proprietà aveva risposto al nostro appello “togliamoli dalla strada, diamogli un lavoro”
Sono stato tuo ospite in Kenia e ho visto che aiutavi le famiglie che conoscevi
a pagare la tassa scolastica che altrimenti non se la potevano permettere.
Sei stato un giornalista apprezzato, un bravo amministratore ,ma soprattutto un uomo coerente ai grandi valori del socialismo democratico.
Sempre ironico, moderato nel linguaggio e nel comportamento, un fisico esile dietro il quale emergeva una
energia straordinaria per la difesa dei diritti e dei doveri Costituzionali.
Ti ho conosciuto nei panni “borghesi” di marito, di babbo,…di nonno, e qui non si discute ,sei stato un grande.
Non ci sono mancati i momenti per fare due risate, ho postato la fotografia quando eravamo in Marocco e imitavamo il socialdemocratico ricco che si fa lustrare le scarpe dal povero comunista….
Sei venuto al mio matrimonio la mattina in PALAZZO VECCHIO
E la sera alla festa.
Ci hai salutati con un abbraccio sincero dicendo “vi voglio bene ragazzi”
E anche io ti voglio bene caro NICOLA … con te ho perso un amico.