Liberare lo stabilimento. Lo chiede Qf spa, che lunedì mattina invierà alcuni camion per smobilizzare i materiali all’interno della fabbrica. E lo fa il giorno dopo che il tavolo ministeriale non ha offerto soluzioni condivise.
Il collettivo di fabbrica definisce l’iniziativa “l’attacco più duro e frontale che questo presidio ha subito” e una “forzatura”.
I sindacati, in particolare, Fiom Cgil non concorda con l’iniziativa dell’azienda: si libera la fabbrica senza conoscere il piano industriale.
Qf, però ha chiesto la piena agibilità dello stabilimento per attuare (lo sconosciuto) piano di rilancio.
LA NOTA FIOM
La scrivente Organizzazione Sindacale, in merito alla mail aziendale pervenuta alla RSU nel pomeriggio di oggi, comunica che nessun annuncio è stato fatto dalla QF al Comitato di vigilanza e proposta svolto lo scorso 2 novembre, tanto che non è stato tema di confronto tra le parti, comprese quelle istituzionali, del tavolo di confronto che si svolto nella giornata di ieri 3 novembre presso il Mise.Si ribadisce che la disponibilità a confrontarsi, sui tempi e modi per lo smobilizzo dei materiali a vario titolo, è sempre stata posta a fronte della condivisione di un piano industriale solido e concreto che anche ieri non è stato presentato alle Parti e ai Ministeri competenti, alla Regione ed a Invitalia.Riteniamo quella dell’azienda l’ennesima azione che tende a non affrontare i reali problemi della vertenza, nel tentativo di creare ulteriori tensioni nei confronti di tutti i soggetti impegnati a trovare una soluzione per il rilancio industriale del sito e dei lavoratori che sono in una condizione di forte preoccupazione poiché, da ormai oltre 12 mesi, non vedono prospettive per il loro futuro lavorativo.