(Adnkronos) – La partita che va oltre i Mondiali. Iran-Stati Uniti si gioca martedì sera, in Qatar, ma a mettere contro le due nazionali sono, prima ancora del calcio di inizio, la storia, la geopolitica, i diritti civili. E a scaldare la vigilia è anche una provocazione diffusa via social dall’account ufficiale della nazionale americana, che ha volutamente contraffatto la bandiera iraniana, eliminando il simbolo della Repubblica islamica.
Una provocazione, durata 24 ore, scelta per esprimere il sostegno ai manifestanti che a Teheran lottano contro la repressione del regime. Postando la classifica del gruppo B del Mondiale, è stata sostituita la bandiera ufficiale con una copia vistosamente artefatta, con le sole bande orizzontali verde, bianca e rossa. La Federcalcio americana ha ufficialmente ‘rivendicato’ il gesto: “lo scopo era quello di mostrare il sostegno alle donne che in Iran lottano per i diritti umani fondamentali”.
La reazione iraniana non si è fatta attendere. Un tweet della Tasnim News Agency, organo di stampa vicino al regime, arriva a chiedere una squalifica per gli Stati Uniti. “Pubblicando un’immagine distorta della bandiera della Repubblica islamica dell’Iran sul suo account ufficiale, la squadra di calcio americana ha violato lo statuto della Fifa, che prevede una sospensione di 10 partite, la sanzione appropriata. La squadra degli Stati Uniti dovrebbe essere espulsa dalla Coppa del mondo”.
Non succederà, ovviamente. Ma in questo scambio di attenzioni prima della partita ci sono, condensati, tutti i significati di uno scontro totale. L’occidente contro lo stato islamico, i rapporti interrotti, le sanzioni, la minaccia nucleare e lo scontro sul petrolio, la censura dell’escalation di violenze degli ultimi mesi e, dall’altra parte, la resistenza alle ingerenze di quello che la teocrazia Sciita considera, da sempre, il grande Satana del mondo.
Nel Mondiale delle contraddizioni, soprattutto per gli aspetti extra calcio, il sorteggio che ha messo di fronte Stati Uniti e Iran, in questa fase storica e proprio in Qatar, sembra quasi uno scherzo del destino. Senza dimenticare che sullo sfondo c’è anche il calcio e che le due nazionali si giocano la qualificazione agli ottavi. (di Fabio Insenga)