Il Tar del Lazio ha respinto l’istanza cautelare sospensiva presentata dal Comune di Piombino (Livorno) contro l’installazione del rigassificatore nel porto della città. Il ricorso era stato presentato dal sindaco Francesco Ferrari (Fdi) nei confronti della decisione del commissario governativo all’opera infrastrutturale, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Il Tar ha fissato per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica dell’8 marzo 2023.
La decisione è arrivata oggi, il giorno dopo l’udienza che è stata presieduta dal consigliere Alfonso Graziano che ha sostituito alla guida della terza sezione del Tribunale amministrativo il presidente Silvestro Maria Russo sospeso quattro giorni fa dalle funzioni per un anno nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione che ha coinvolto il Tar amministrativo del Lazio.
Il Comune di Piombino, assistito dagli avvocati Michele Rosario Luca Lio e Michele Greco, aveva chiesto la sospensiva dell’ordinanza commissariale n. 140 del 25.10.2022 avente ad oggetto “Art. 5 del d.l. n. 50/2022: rilascio autorizzazione unica ai sensi dell’art. 5 co. 2 per la realizzazione dell’opera, e relative infrastrutture connesse, denominata ”Fsru Piombino e collegamento alla rete nazionale gasdotti” progettata da Snam Fsru Italia. Il cantiere è stato già avviato, mentre il rigassificatore dovrebbe entrare in funzione nella prossima primavera.
Nel ricorso il Comune di Piombino ha sostenuto la “manifesta inidoneità della nave Golar Tundra, dal punto di vista strutturale, ad operare in sicurezza” e la necessità di un dragaggio del fondale nel tratto antistante per centinaia di migliaia di metri cubi che rende “semplicemente impossibile” l’ipotesi di entrata in funzione del rigassificatore nel marzo 2023, “pena l’inoperatività della banchina nord del porto”.
Secondo il ricordo del Comune, la nave rigassificatrice ‘Golar Tundra’, essendo dotata di serbatoi per il gas naturale liquido a membrana, non adatti alla navigazione quando si trovano in condizioni di parziale riempimento, non sarebbe “in grado di rispettare la principale condizione posta dalla Capitaneria, e cioè di disancorare in caso di necessità, allontanandosi dall’area del porto”. Una criticità questa, si legge nel ricorso, che metterebbe “a rischio l’intera città di Piombino”.