Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha annunciato nella tarda serata di ieri la rimozione delle barricate al confine serbo-kosovaro a partire da oggi, dopo aver tenuto un incontro con la minoranza serba in Kosovo. Secondo il presidente serbo, i cittadini serbi a Kosovo gli hanno detto che “non vogliono nuocere al loro Paese” e hanno spiegato che rimuoveranno le barricate erette dopo l’aumento delle tensioni, anche se la sfiducia nei confronti delle autorità kosovare “non è scomparsa”, ha riferito il quotidiano Politika.
Vucic ha precisato che le barricate non possono essere rimosse in due ore e che il processo durerà tra le 24 e le 48 ore, avvertendo che potrebbero essere installate “per sempre” dalla minoranza serba in Kosovo se Pristina dovesse continuasse la politica di “terrore contro i serbi”.
Allo stesso modo, i serbi kosovari hanno chiesto al governo serbo garanzie sul fatto che Belgrado non riconoscerà mai “l’indipendenza” del Kosovo “in nessuna delle sue forme”, secondo Politika.
La Serbia ha chiesto alla Nato a metà dicembre di schierare 1.000 forze di sicurezza serbe in Kosovo, una richiesta senza precedenti, basata su una risoluzione delle Nazioni Unite; tuttavia, Vucic ha dichiarato di aspettarsi una risposta negativa dall’Alleanza del Nord Atlantico.
La missione Nato in Kosovo, Kfor, che ha la competenza su queste misure di sicurezza, ha già incrementato la sua presenza nell’area, soprattutto nel passo di Jarinje. Ad oggi, cinque Stati membri dell’Ue, tra cui la Spagna, non riconoscono l’indipendenza dell’ex provincia serba.
ONU – L’Onu ha salutato oggi le misure adottate nelle ultime ore per “ridurre le tensioni” nella parte settentrionale del Kosovo e ha lanciato un appello a tutte le parti affinché tornino al tavolo del dialogo. La rappresentante delle Nazioni Unite in Kosovo, Caroline Ziadeh, ha detto di confidare nel fatto che le relazioni possano essere “normalizzate al più presto”, ed ha evidenziato il lavoro “coscienzioso” intrapreso nelle ultime settimane dalla comunità internazionale, al fine di garantire “la sicurezza e la stabilità” dell’area.