Stamani a Bruxelles si riunisce il primo Consiglio Affari Esteri del 2023, con tre punti all’ordine del giorno: la guerra in Ucraina, con un collegamento con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, Sahel e Africa Occidentale, più un incontro con il primo ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh. Altri temi nelle varie ed eventuali, ha spiegato un alto funzionario Ue, sono il Montenegro, la situazione in Iran, l’Afghanistan, l’Etiopia e il Venezuela.
Per quanto riguarda l’Ucraina, i ministri vogliono approvare un’altra tranche di aiuti a Kiev da 500 mln di euro, tratti dalla European Peace Facility. Secondo indiscrezioni, l’Ungheria avrebbe minacciato di porre il veto, cosa che fa con una certa regolarità, da qualche tempo, sui dossier in cui vige l’unanimità. I ministri discuteranno anche del piano di pace in dieci punti annunciato da Kiev. Un decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia è all’orizzonte ma non dovrebbe vedere la luce oggi. Per quanto riguarda il Sahel, si parlerà sia dei rapporti con i Paesi ‘landlocked’, come Mali, Niger, Burkina Faso e Ciad, sia di quelli affacciati sul mare, in particolare Ghana, Benin e Togo, e dei problemi che questi Paesi hanno con il terrorismo di stampo jihadista.
Contro l’Iran, in particolare, dovrebbero essere approvate nuove sanzioni, per via delle continue e violente repressioni nei confronti di chi protesta contro il regime. Per quanto riguarda il Venezuela, si discuterà della nuova situazione interna, che ha visto il presidente ad interim Juan Guaidó rimosso dall’incarico da tre partiti di opposizione su quattro, mentre Nicolas Maduro ha rafforzato la sua presa sul Paese. Per via della guerra in Ucraina, il petrolio venezuelano è diventato più interessante e gli Usa hanno decisamente cambiato linea nei confronti di Caracas; il regime di Maduro, inoltre, è assai meno isolato di prima, per via dei cambiamenti politici avvenuti in Colombia e Brasile. Anche l’Ue si appresta a prendere atto della nuova situazione.