(Adnkronos) – Il Pd ha la sua prima segretaria donna. Elly Schlein da stasera è la nuova leader dem. Anche a sinistra, per la prima volta nella storia, si sfonda il tetto di cristallo. E Schelin è anche la più giovane leader nella storia dem: con i suoi 37 anni batte anche Matteo Renzi che ne aveva 38 quando guidò il Pd. Dunque giovane, femminista, ecologista, Lgbt e di sinistra: l’anti-Meloni ha prevalso nel voto delle primarie ribaltando l’esito dei congressi di circolo riservati agli iscritti. E ribaltando aspettative e sondaggi che fino a ieri davano per fatta la segreteria Bonaccini.
Primarie Pd/Elly Schlein è la nuova Segretaria nazionale, le prime parole | La Gazzetta di Firenze
Da Occupy Pd e l’addio ai dem dopo i 101 di Romano Prodi, Schlein si è riavvicinata al partito prima da europarlamentare poi proprio come vice di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna. Poi l’elezione a deputata e quindi la corsa per la segreteria, aperta questa volta anche ai non iscritti: Schlein si è infatti iscritta quasi contestualmente all’annuncio della candidatura.
Un’ascesa travolgente che l’ha vista prevalere su Bonaccini soprattutto nelle grandi città da Milano a Roma, da Torino a Napoli. All’80% dei voti scrutinati lo scarto sul presidente dell’Emilia Romagna è di circa 6 punti. Una vittoria meno schiacciante rispetto a primarie del passato dove c’è sempre stato un candidato nettamente più forte. Ma la portata della vittoria di Schlein in termini di novità – sia per il dato di genere che per la linea politica – va al di là delle percentuali.
Subito dopo la diffusione delle percentuali, è stato Bonaccini dal suo comitato a Casalecchio di Reno a riconoscere la vittoria: “La prima cosa che chiedo è mandare un applauso a Elly Schlein, l’ho sentita e le ho fatto i complimenti, in bocca al lupo per la grande responsabilità che assume alla guida del partito. Ha prevalso Elly e io sono a disposizione per dare una mano”, ha detto il presidente della regione Emilia Romagna con una sottolineatura unitaria nelle sue parole.
Quindi il segretario uscente Enrico Letta: “Auguri ad Elly Schlein segreteria del Pd. Riuscirà laddove io non ce l’ho fatta. Complimenti a Stefano Bonaccini per tutto,anche per le parole di stasera. Grazie infinite alle migliaia di volontari che hanno reso possibile questo successo di democrazia e partecipazione”.
Twitta anche uno dei big, tra i tanti, sponsor della neo segretaria, Dario Franceschini, famoso per non sbagliare mai previsione sul candidato vincente: “Un’onda travolgente cui nessuno credeva. Un’onda di speranze, di rabbia, di orgoglio, di entusiasmo che ha portato il popolo democratico a scegliere di farsi guidare verso il futuro da una giovane donna. Oggi inizia davvero una nuova storia”.
La vittoria di Schlein segna anche il ‘ritorno a casa’ a tutti gli effetti di Articolo 1 che l’ha sostenuta compattamente alle primarie. “Stasera è nato il nuovo Pd. E’ stato giusto crederci. Ora al lavoro, tutti insieme, per costruire l’alternativa alla destra”. Un nuovo Pd, magari più marcatamente di sinistra. Uno scenario che fa scattare anche le reazioni di altre forze politiche. A partire da Iv che vede aprirsi spazi con un Pd più spostato a sinistra.
Twitta Maria Elena Boschi: “Penso che da domani nella politica italiana cambieranno molte cose. Si apre una stagione molto interessante per i riformisti”, scrive aprendo una serie di dichiarazioni simili da parte dei colleghi di Iv. A sera ancora nessun commento dai 5 Stelle e da Giuseppe Conte. E molti tra i dem scommettono sul fatto che ora il campo della sinistra sarà meno facile da occupare per i grillini e l’opa respinta.
E dal centrodestra, il primo a farsi sentire è Matteo Salvini: “Auguri di buon lavoro alla nuova segretaria del Pd Elly Schlein. La partecipazione dei cittadini è sempre un valore positivo, così come lo è avere una autorevole voce dell’opposizione. Confido che da domani a sinistra ci siano finalmente rispetto e riconoscimento del valore democratico del voto popolare, che a settembre ha dato chiaramente al centrodestra la responsabilità del governo del Paese. La Democrazia non è patrimonio esclusivo della sinistra”. (di Mara Montanai)