(Adnkronos) – “In Italia il mercato del lavoro richiede alcuni aspetti particolari e in questo senso stiamo lavorando al Governo. Pensiamo al Liceo del mare o del Turismo, che può essere una prospettiva assolutamente rispondente alle esigenze della società. Gli istituti nautici andrebbero potenziati per formare le leve che poi vanno in parte nella Marina miliare e in parte nelle attività mercantili”. Lo ha detto il ministro del Mare Nello Musumeci, intervenendo nella trasmissione ‘Maredì’, il nuovo programma di approfondimento sull’Economia del Mare ideato da Confitarma e trasmessa sul sito dell’Adnkronos. “C’è tanto spazio davanti a noi – dice Musumeci – se riusciamo però a tenerlo lontano dalle polemiche pretestuose e riusciamo ad affrontarlo con serenità anche con le opposizioni”. E ricorda che “l’11 aprile è la Giornata del Mare. Coinvolgeremo Genova, Napoli, Puglia, Sicilia e altre regioni, anche i ragazzi delle scuole”.
Musumeci parla poi della “esigenza di rivedere i programmi scolastici, di rivedere gli indirizzi di studio, tutto questo emerge da una serena valutazione del mercato del lavoro”. “Registro, ad esempio, come negli ultimi 30 anni sia stato in Italia delegittimato il lavoro manuale e ne stiamo pagando le conseguenze. Quello del perito che si è formato all’Istituto tecnico e per formarsi non può stare per 5 anni a fare solo teoria. Al terzo anno chi vuol diventare perito tecnico deve dividere il tempo tra la teoria e la pratica. Deve frequentare la bottega. Così, dopo il diploma entri subito nel ciclo produttivo”.
“Io credo che l’Italia non abbia bisogno di importare modelli, noi finora li abbiamo esportati, nel corso dei secoli. Più che a un modello penso a un metodo di lavoro. Abbiamo solo due o tre Ministeri del Mare in Europa, in Francia e Grecia. Abbiamo previsto un incontro a fine giugno. una prima grande occasione”. ha proseguito Musumeci nel suo intervento. “Incontrerò a giugno i colleghi di Francia e Grecia per un ragionamento comune – dice Musumeci – Sta maturando una maggiore responsabilità nell’approccio con questo mondo ancora misterioso e già straordinario. CI vorrà del tempo”.
Ed ancora: “Il Pnrr ha un programma, ma non lo ha realizzato questo governo. Noi siamo costretti a dovere rispettare le destinazioni e gli obiettivi che fissa questo piano. Abbiamo tre anni di tempo, perché non possiamo immaginare infrastrutture, tenuto conto che nel 2026 si deve chiudere la contabilità. Possiamo lavorare, e ogni ministero ha già elaborato i propri progetti. Il tema serio è che noi dobbiamo immaginare progetti realizzabili in tre anni”. “Nella ricerca c’è tanto da lavorare. Alcune università hanno lavorato su progetti molti seri che spero possano essere ammessi e finanziati”, dice Musumeci. “Ad esempio, le quattro università della Sicilia, assieme al Cnr, hanno pensato di mettere su un progetto di ricerca sul mare. Perché oggi l’inquinamento del Mediterraneo è uno dei problemi più seri. Le cose che si possono fare in minor tempo servono a non restituire fondi a Bruxelles. Denaro che va bene utilizzato”, conclude.