Una situazione non gravissima ma preoccupante, da monitore attentamente nella sua evoluzione anche in considerazione dell’imminente inizio della stagione irrigua e turistica. Il territorio di distretto dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale mantiene un livello di “severità idrica media”, inquadrando come aree di maggior attenzione il ponente ligure, il Magra, la Toscana nord e la costa livornese. È quanto emerge dal bollettino dell’Osservatorio permanente degli utilizzi idrici, che si è riunito nei giorni scorsi. I contenuti del Bollettino, elaborato dall’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale, si basano su dati forniti da Regioni, Protezione Civile Nazionale, Ispra, Crea, Arpa, Enel, Ait, Gestori del SII, LaMMa, Consorzi, Associazioni.
Il livello di severità media deriva dall’analisi di vari indicatori, in particolare piogge e acqua disponibile nelle falde, nei laghi e negli invasi ma anche previsioni meteo (temperature e piogge) di medio e lungo periodo, le cui indicazioni forniscono per i prossimi tre mesi un quadro climatico sostanzialmente nella media stagionale per piogge (in ogni caso sempre modeste nel periodo e temperature (giugno potrebbero essere superiori). Dall’analisi emerge la necessità di delineare sin da ora azioni da mettere in atto nel breve e medio periodo, da affiancare a interventi più strutturali previste nella pianificazione di distretto e nelle diverse linee di finanziamento attivate negli ultimi anni.
In Toscana a marzo è piovuto poco meno della media calcolata sugli ultimi 30 anni 65 mm contro i 79 mm attesi. La regione continua a risultare divisa in due settori, uno nordoccidentale (tipicamente il più piovoso) in condizioni di deficit (ancora dell’ordine di 500 mm sull’anno,) ed uno sudorientale, caratterizzato da apporti leggermente superiori alla media.
Se si rapporta la situazione all’anno, si ha un deficit dell’8,6% con una perdita di pioggia di 90 mm (918 mm contro i 1004 attesi). Se invece il confronto si fa dal gennaio 2022, da cui sostanzialmente ha preso avvio il periodo siccitoso (quindi 15 mesi), si ha un deficit di circa il 18%.
Le temperature medie, minime e massime nel mese di marzo sono superiori alle medie dell’ultimo trentennio; tale aumento è ancora più marcato se ci si riferisce al trentennio precedente.
Le idrometrie sono sostanzialmente in media su tutta la Toscana.
Bene gli invasi, in particolare Bilancino (pieno al 94%, oltre 64 ML di mc) e Montedoglio (quest’ultimo in territorio toscano ma sul bacino del Tevere, che tuttavia alimenta, ad uso potabile ed irriguo, importanti aree del distretto appennino settentrionale e dal 2023 – a seguito dei lavori di ripristino della diga – può invasare oltre 100 ML di mc) con una percentuale totale di riempimento dell’85%.
Fanno eccezione, negativa, quelli sul bacino del Serchio i cui livelli e volumi sono decisamente sotto ai valori stagionali anche a causa di importanti interventi di manutenzione (delle opere delle dighe o di infrastrutture presenti sul bacino) che hanno comportato il parziale invaso (Vagli) o addirittura lo svaso totale (Vinchiana, Borgo a Mozzano, Trombacco e Pontecosi; in quest’ultimo il 27 marzo sono iniziate le operazioni di svaso che stanno procedendo molto lentamente per problemi legati alla torbidità). Rimandato lo svaso totale di Vagli, originariamente previsto per il 2023.
Le piezometrie rispetto al mese precedente mostrano un netto miglioramento. In particolare, si registra una ripresa delle falde della parte nordoccidentale della Toscana, mente rimangono fortemente critici i piezometri della costa livornese.
In Liguria le piogge sono state nella media, più scarse nell’estremo ponente ligure, e le temperature superiori alle medie stagionali. Le portate nel reticolo sono basse, e ciò comporta anche criticità sulla ricarica delle falde alluvionali, che in alcuni punti sono ai minimi (o sotto) storici. Il minimo storico (livelli del 2017) è stato raggiunto anche dalla falda del Polcevera, utilizzata più massicciamente del solito ad uso potabile per preservare le acque invasate nella diga di Brugneto, che ha un livello analogo a quello di luglio (circa 17 ML mc). Ancora critica la falda del Roia, la più importante della Liguria e che alimenta anche parte della Cosa Azzurra.
Molti comuni risultano in condizioni di criticità (anche in questo caso nel ponente) o lo saranno a breve (in aree anche del levante) per quanto riguarda l’approvvigionamento potabile.
In Umbria la situazione è in linea con quanto già rappresentato. Il 2022 registra un deficit di apporti pluviometrici dell’ordine del 15%, che aumenta al 40/50% se la valutazione viene fatta sui primi otto mesi dell’anno.