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Mutui, cosa succede se Bce alza ancora i tassi: gli effetti sulle rate

Adnkronos
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(Adnkronos) – Se il prossimo 15 giugno la Bce dovesse annunciare, come da aspettative, un nuovo rialzo del costo del denaro di 25 punti base, cosa significherebbe per chi ha un mutuo medio a tasso variabile? Secondo le simulazioni di Facile.it l’aumento dei tassi potrebbe tradursi in un rincaro della rata che porterebbe l’aggravio complessivo a quasi +275 euro rispetto all’inizio dello scorso anno (+60%). E c’è un’altra brutta notizia: la corsa dei tassi potrebbe non essere finita visto che, secondo le aspettative di mercato, il picco dell’Euribor verrà raggiunto a settembre prossimo. 

Per l’analisi il comparatore ha preso in esame un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro con piano di restituzione in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022, esaminando come sono già cresciute le rate e come potrebbero variare a seguito di un ulteriore rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea. Il tasso (Tan) di partenza di gennaio 2022 era pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. A seguito delle decisioni della Bce, poi, a giugno 2023 è arrivato al 4,67% portando la rata del medesimo muto a 713 euro; rata che, con l’ulteriore rialzo dello 0,25%, potrebbe arrivare addirittura a 731 euro, il 60% in più rispetto a quella iniziale. 

“Per capire – spiegano gli esperti di Facile.it – come cambieranno nella realtà le rate dei mutuatari bisognerà aspettare di vedere come si muoverà effettivamente l’Euribor. E’ bene ricordare a chi è alle prese con i rincari, però, che ci sono diverse soluzioni a disposizione come la surroga o la rinegoziazione del finanziamento. In ogni caso il consiglio è quello di farsi aiutare da un consulente così da identificare l’opzione più adatta alle proprie esigenze”. 

Guardando alle aspettative di mercato (Futures sugli Euribor aggiornate al 7 giugno 2023) emerge come gli aumenti potrebbero continuare ancora; gli esperti prevedono che l’Euribor a 3 mesi raggiungerà il suo picco a settembre 2023 arrivando al 3,84%; se queste previsioni fossero corrette, il tasso del mutuo medio preso in esame sfiorerebbe il 5,10%, con una rata di circa 743 euro, ovvero oltre 285 euro in più rispetto a quella di gennaio 2022. 

Dopo settembre – sempre secondo le aspettative – il trend dovrebbe finalmente invertirsi e i tassi iniziare a calare tanto è vero che le quotazioni di giugno 2024 stimano l’Euribor a 3 mesi intorno al 3,42%. A fine giugno, se non ci saranno novità nei prossimi giorni, scadranno le condizioni agevolate di garanzia fino all’80% per i mutui prima casa destinati ai giovani. Da quando è stata introdotta, la misura ha consentito a numerosi under 36 di accedere a condizioni vantaggiose alla sottoscrizione del mutuo prima casa, tanto che – secondo l’analisi di Facile.it – se nel primo semestre 2021 i richiedenti con meno di 36 anni rappresentavano il 43,4% delle richieste totali di mutui prima casa, tra gennaio e maggio 2023 questo valore ha raggiunto 51,3%. 

“Se il Governo non dovesse estendere nuovamente la validità dell’agevolazione a favore dei giovani mutuatari, bisognerà attendere di capire come si comporteranno gli istituti di credito”, continuano gli esperti di Facile.it. “Il venir meno di questa opportunità – sottolineano – sarebbe preoccupante e a soffrirne sarebbero proprio i ragazzi, soprattutto in una fase economica così delicata; lo strumento è stato molto importante per gli under 36 in quanto ha dato loro concrete e maggiori possibilità di acquistare una casa, sostenendo di conseguenza anche il mercato immobiliare”.