E’ salito a 8 il bilancio delle vittime del raid russo su Kramatorsk, nella regione di Donetsk, nell’est dell’Ucraina. Tra le vittime tre minori, oltre a due dipendenti della pizzeria, riferiscono i servizi di emergenza di Kiev che parlano di 56 feriti, di cui tre stranieri e un bambino di appena otto mesi. Il governatore di Donetsk, Pavlo Kyrylenko , ha spiegato sul suo profilo Telegram che i russi hanno lanciato due razzi intorno alle 20 (ora locale) contro una pizzeria e un edificio vicino.
Le immagini mostrano infatti la struttura completamente devastata con danni anche ai vicini condomini e locali commerciali. In un’altra esplosione la scorsa notte cinque persone sono rimaste ferite.
Secondo l’amministrazione militare della città di Kramatorsk, l’allarme antiaereo era scattato in città dalle 18.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che la Russia “ha attaccato brutalmente Kramatorsk con missili S-300”. “Ogni manifestazione di terrore di questo tipo dimostra sempre di più a noi e al mondo intero che la Russia merita solo una cosa come risultato di tutto ciò che ha fatto: la sconfitta e un tribunale, processi equi e legali contro tutti gli assassini e i terroristi russi”, ha detto Zelensky in un discorso serale.
Anche il villaggio di Bilenke, appena a nord-est di Kramatorsk, è stato oggetto di un attacco con S-300 , secondo l’ufficio del Procuratore generale. Cinque persone sono rimaste ferite nell’attacco.
I sistemi missilistici S-300 di fabbricazione sovietica, originariamente progettati per la difesa aerea, sono stati riutilizzati dalla Russia per attaccare obiettivi terrestri in Ucraina.
I missili di difesa aerea sono noti per la loro imprecisione e sono diventati l’arma preferita dalla Russia per gli attacchi contro le città.
La città di Kramatorsk funge da capitale regionale dopo l’occupazione di Donetsk da parte della Russia nel 2014. Ospita il governo regionale. Il 27 giugno le truppe russe hanno colpito anche Kremenchuk, nell’Oblast’ di Poltava, con il missile Kh-22 di progettazione sovietica che trasportava oltre 900 kg di esplosivo, ha riferito il governatore Dmytro Lunin. Esattamente un anno fa, le forze russe avevano utilizzato lo stesso tipo di missile per attaccare un centro commerciale a Kremenchuk, causando 21 morti e 77 feriti.
”Le forze armate ucraine stanno avanzando in tutte le direzioni”, ha dichiarato dal canto suo Zelensky salutando i successi della controffensiva. Nel suo briefing quotidiano l’intelligence britannica ha riferito che le forze armate di Kiev sono riuscite a riconquistare dalla Russia territorio nell’est dell’Ucraina, sottolineando che è la prima volta che questo accade dal 2014. ”Le forze aviotrasportate ucraine hanno compiuto piccoli progressi a est dal villaggio di Krasnohorivka, vicino alla città di Donetsk, che si trova sulla vecchia linea di controllo”, si legge nel bollettino diffuso dal ministero della Difesa di Londra.
”Questo è uno dei primi casi dall’invasione russa del febbraio 2022 in cui le forze ucraine hanno molto probabilmente riconquistato un’area di territorio occupata dalla Russia dal 2014”, fa notare l’intelligence britannica. ”I recenti molteplici assalti ucraini simultanei in tutto il Donbass hanno probabilmente sovraccaricato le forze della Repubblica popolare di Donetsk e cecene che operano in quest’area”, aggiunge il rapporto.
Intanto ieri l’inviato del Papa, il cardinale Matteo Zuppi, è arrivato a Mosca per la seconda tappa della missione di pace del Vaticano. Il cardinale oggi e domani, 28 e 29 giugno, “accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, compirà una visita a Mosca, quale Inviato di Papa Francesco”, fa sapere la Santa Sede. “Scopo principale dell’iniziativa è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace”, spiega la Santa Sede.
La prima tappa della missione del presidente della Cei come inviato del Papa si era svolta gli scorsi 5 e 6 giugno quando Zuppi era stato a Kiev dove aveva incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Una missione che, come ha più volte spiegato il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, non ha “come scopo immediato la mediazione” ma che ha l’obiettivo di “cercare di favorire un ambiente che possa portare a percorsi di pace”.
Non è da escludere che Zuppi possa incontrare Vladimir Putin. L’ipotesi non viene scartata da padre Stefano Caprio, docente al Pontificio Istituto Orientale, grande esperto di Russia dove è stato missionario. “Ora come ora credo che Putin abbia poca voglia di incontrare chiunque ma non è escluso che proprio dopo quello che è successo nei giorni scorsi – osserva all’Adnkronos padre Caprio riferendosi alla rivolta di Prigozhin – un incontro con un cardinale romano possa fare comodo a Putin. E’ evidente che, in questa visita, la questione della guerra con l’Ucraina non dico che parta in secondo piano ma emotivamente l’argomento fondamentale è la riconciliazione interna tra i russi”.