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Sgarbi: “Parolacce al Maxxi con Morgan? Polemica fasulla”

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(Adnkronos) – Vittorio Sgarbi risponde alle critiche e alle accuse nei suoi confronti per il linguaggio usato al Maxxi di Roma, nella serata del 21 giugno, in una serata a cui ha partecipato il cantautore Morgan. Il ‘caso’ è scoppiato oggi complice la diffusione di un video, pubblicato per alcune ore anche su YouTube. “Le polemiche scoppiano quando accadono… Leggo la data del 1 luglio, con sorprendente ritardo: l’episodio è del 21 giugno. E’ una polemica strumentale, a scoppio ritardato, fasulla”, dice Sgarbi, sottosegretario al ministero della Cultura, in un lungo video su YouTube. 

Sgarbi è finito nella bufera per il linguaggio usato nella serata, in particolare per alcune espressioni. L’episodio è stato stigmatizzato da alcuni dipendenti del museo. “L’ospite in realtà era Morgan, che mi ha fatto alcune domande – spiega Sgarbi -. Abbiamo una componente scherzosa in cui entrano argomenti in cui si sfiora il sessismo, ma nessuno si è scandalizzato, nessuno ha protestato e tutti hanno applaudito”. 

Sgarbi lamenta il fatto che 46 dipendenti del Maxxi abbiano scritto una lettera al presidente Alessandro Giuli, “dicendo che io dico le parolacce… le dico e le dirò ancora e continuerò a dirle! In realtà io ho risposto alle domande che mi faceva Morgan. Evidentemente, chi si è scandalizzato ha dovuto pensarci molto… io confermo tutto. Non si può dire ‘cazzo’? non si può dire, altrimenti si dicono le parolacce! Ma non è una parolaccia, è un organo”. 

E poi, “quante donne ho avuto? Non ho fatto io la domanda, io ho risposto giocando con la memoria. Tutto era fatto all’impronta e in quell’impronta, in quel divertimento, c’erano anche le provocazioni di Morgan. Che facciamo? Censuriamo il ‘Don Giovanni’ di Mozart? Censuriamo Franco Califano? Censuriamo Lucio Battisti? Volgari e sessisti? Non è accaduto niente, abbiamo giocato: dovremmo vergognarci? Abbiamo giocato: era divertimento, era teatro, era gioco e io rivendico tutto. Firmate pure lettere: tutto finirà e voi finirete nel nulla da cui siete partiti”, conclude Sgarbi. 

“Il laido show di Sgarbi al Maxxi è semplicemente irricevibile. Ed è ancora più grave perché messo in scena in un luogo di Cultura tra i più importanti del paese. Vicinanza dunque a tutti i lavoratori del Maxxi che hanno deciso di mettere un limite all’indecenza e di protestare formalmente con il direttore del polo Giuli. Il quale, invece che metterli sull’attenti, dovrebbe scusarsi con loro per questo deprecabile episodio”. A sostenerlo sono i parlamentari M5s delle commissioni Cultura di Camera e Senato, in una nota congiunta. 

Quanto a Sgarbi, “riteniamo che non sia più consono che un personaggio noto per il cronico sessismo e per la tendenza ad utilizzare un linguaggio da balera di quart’ordine ricopra il suolo di sottosegretario alla Cultura. A tal proposito, chiediamo un intervento della premier Meloni. Comprendiamo che la sua squadra abbia ormai una conclamata tendenza a gaffes, pasticci e comportamenti fuori luogo. Ma in questo frangente si è decisamente passato il segno”, affermano i parlamentari M5s. 

“Se questa è ‘cultura’. Insulti, machismo e violenza verbale al Maxxi. Non si può accettare da nessuno, men che meno da chi rappresenta le istituzioni italiane. Sgarbi si vergogni e si dimetta subito. Presidente Meloni ha nulla da dire?”. Così su Twitter Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. 

“Prendiamo atto delle dichiarazioni dei dipendenti del Maxxi, che avevano affidato al loro presidente Giuli una lettera riservata, nella quale manifestavano il loro disagio per la performance volgare e sessista del sottosegretario Vittorio Sgarbi”. Lo afferma in una nota Sandro Ruotolo, responsabile informazione e cultura della segreteria Pd. “Il presidente Giuli, col quale ho parlato personalmente, mi ha assicurato che non avrebbe intimidito le dipendenti e i dipendenti del Maxxi. Restano però vere e gravi le battute volgari e sessiste del sottosegretario Sgarbi”.