Dichiarazione dell’On. Rosa Maria Di Giorgi, Presidente Conservatorio Cherubini
Le notizie che giungono da Roma sono confortanti. Il Maggio musicale e i suoi 300 lavoratori possono tirare un sospiro di sollievo, grazie all’impegno delle istituzioni. Non possiamo che essere soddisfatti anche perché il rischio di un avvitamento nella spirale della crisi era evidente e concreto, dopo quanto rilevato dal commissario Cutaia.
Non possiamo nemmeno però dimenticare che da troppi anni il Maggio si trova periodicamente ad affrontare delle crisi più o meno drammatiche che ne hanno messo a rischio l’attività, se non l’esistenza stessa.Una situazione che non rende onore alla sua storia e ne pregiudica pesantemente il ruolo. Una istituzione culturale di tale prestigio ha il compito di dare e dare molto alla città, alla regione e allo Stato, considerando le risorse che la comunità nazionale e locale impegna su di esso.
Sarà questo dunque il momento in cui si gira pagina? Il Commissario, e auspicabilmente futuro Soprintendente, Onofrio Cutaia, potrebbe darci garanzie sul nuovo corso. Non siamo la Scala, siamo il Maggio, e non siamo a Milano, siamo Firenze. Prima se ne acquisirà consapevolezza fra gli amministratori e meglio faremo.
E’ necessario dunque lavorare nell’interesse generale con lungimiranza, mettendo al centro dell’azione di governance qualità, competenza e abnegazione. Le altre Fondazioni si sono allineate in percorsi di sobrietà, dopo lo sforzo che facemmo come parlamentari e come Ministero, nella scorsa legislatura. Ora è il momento di dimostrare che anche Firenze lavorerà bene. Investiamo in qualità, ma recuperiamo anche nel ruolo sociale del Maggio.
Apriamo ai giovani, agli studenti, ai ragazzi delle scuole, ai cittadini tutti. Politiche dei prezzi in anzitutto, basta con il teatro per pochi eletti, si dia la disponibilità degli spazi anche agli altri soggetti culturali, e non solo, della città, si investa in collaborazioni con le altre Fondazioni e si condividano spettacoli e artisti.
Restituiamo al Maggio quel ruolo di motore culturale che sappia unire l’eccellenza della proposta con la capacità di coinvolgere il territorio, in un rapporto finalmente virtuoso–