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Biden in Israele, ecco perché il presidente Usa ha detto sì a Netanyahu

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(Adnkronos) – La notizia era stata anticipata da ore dalla stampa israeliana, ma l’annuncio ufficiale della missione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden in Israele, fortissimo segnale del sostegno di Washington alla risposta ai terribili attacchi di Hamas, è arrivato solo nella notte. La Casa Bianca infatti ha aspettato che arrivasse l’impegno da parte di Benyamin Netanyahu per il pacchetto di misure umanitarie con cui Antony Blinken ieri era tornato in Israele dopo il suo tour nei Paesi della regione.  

Un assenso, ricostruisce oggi il Washington Post, che è arrivato dopo una maratona negoziale di 7 ore e mezza durante la quale i diplomatici americani e israeliani erano in stanze separate e si passavano carte e proposte. Al centro dei negoziati la questione dell’arrivo degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, da giorni intrappolata nell’assedio totale dichiarato dagli israeliani che impedisce ingresso di cibo, medicinali, carburanti e quindi energia, e la creazione di zone sicure per i civili palestinesi, spiegano fonti del dipartimento di Stato.  

E’ stato solo quando Blinken ha ricevuto assicurazioni su un accordo che da Washington è stata annunciata la missione del presidente americano in Israele, che arriva mentre si aspetta l’annunciato inizio dell’operazione di terra a Gaza. Biden andrà poi in Giordania, dove incontrerà il re Abdullah II, il presidente egiziano Abdel Fatah El-Sisi e il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas per discutere la situazione umanitaria a Gaza, dove oltre 2800 palestinesi sono rimasti uccisi ed oltre 10mila feriti nei raid aerei lanciati da Israele subito dopo gli attacchi del 7 ottobre.  

Molti ritengono che la missione di Biden ritarderà ulteriormente l’avvio dell’ingresso delle forze israeliane a Gaza, anche se il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, ha negato che siano state chieste rassicurazioni sul fatto che questo non avvenga durante la visita presidenziale. “Non diamo indicazioni o ordini operativi agli israeliani” ha detto, aggiungendo poi che “non vogliamo l’escalation, vogliamo essere sicuri che arrivi l’assistenza umanitaria”.  

Riguardo alle misure umanitarie, Blinken in effetti, pur esprimendo soddisfazione per l’accordo, non ha fornito molti dettagli, cosa che probabilmente indica che rimangono delle differenze tra gli alleati, con Netanyahu che deve fare i conti gli esponenti dell’estrema destra che siedono nel suo governo che vogliono fare indistintamente terra bruciata a Gaza in risposta agli attacchi di Hamas. Mentre da parte americana, si insiste sulla necessità di fare una distinzione tra Hamas e civili palestinesi.