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Gaza, le conseguenze della strage in ospedale: accuse incrociate Hamas-Israele

Adnkronos
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(Adnkronos) – Strage all’ospedale al-Ahli Arabi di Gaza, dove centinaia di persone ieri sono morte dopo che la struttura che ospitava migliaia di sfollati è stata colpita da un razzo o da un missile. E sull’attacco è scambio di accuse, con le autorità palestinesi che accusano Israele e Tel Aviv che punta il dito contro la Jihad. 

Il portavoce del ministero della Sanità palestinese, Shraf Al-Qudra, ha definito la situazione successiva all’esplosione come “indescrivibile”, riporta la Cnn. “Gli equipaggi delle ambulanze stanno ancora rimuovendo parti di corpi”, ha detto ancora, sottolineando che “la maggior parte delle vittime sono bambini e donne” e che il numero delle vittime e dei feriti “supera le capacità delle squadre mediche e delle ambulanze”. 

“I medici hanno eseguito interventi chirurgici a terra e nei corridoi, alcuni di loro senza anestesia e un gran numero di feriti sono ancora in attesa di essere operati, le équipe mediche stanno cercando di salvare loro la vita in terapia intensiva”, ha aggiunto. 

 

L’ospedale, situato nel centro di Gaza City, ospitava migliaia di sfollati che erano stati evacuati, ha affermato in una nota il ministero della Sanità palestinese. Molte vittime sono ancora sotto le macerie, si spiega. Hamas, che controlla l’enclave, ha detto che più di 500 persone sono state uccise dall’esplosione. In una stima precedente, il ministero della Sanità palestinese aveva parlato di 200-300 persone uccise. Le vittime a Gaza negli ultimi 10 giorni hanno ormai superato il numero delle persone uccise durante i 51 giorni del conflitto Gaza-Israele nel 2014, sottolinea la Cnn. 

Le autorità palestinesi e Hamas hanno attribuito l’attacco mortale ai bombardamenti aerei israeliani in corso. Ma le forze di difesa israeliane hanno “categoricamente” negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco all’ospedale, puntando invece il dito sul “fallito lancio di razzi” da parte del gruppo palestinese della Jihad islamica, pubblicando un video come prova delle accuse. L’assenza di un cratere nella zona dell’ospedale, inoltre, secondo Israele dimostrerebbe che la struttura non è stata colpita da un raid aereo, ma è stata vittima di un grande incendio. L’Idf ha anche diffuso un filmato in cui si vede ciò che resta dell’ospedale e il suo parcheggio in fiamme. ”Generalmente gli attacchi israeliani lasciano un grande buco nel terreno”, ha ricordato l’esercito israeliano. 

Gli Stati Uniti, spiega la Cnn, stanno intanto analizzando le prove d’intelligence sull’esplosione fornite da Israele per capire meglio cosa sia successo. 

Diversi paesi arabi hanno condannato duramente Israele in seguito all’esplosione mentre sono scoppiate proteste in Medio Oriente e Nord Africa. La Giordania ha quindi annullato il vertice previsto per oggi tra il presidente americano Joe Biden e i leader di Giordania, Egitto e Autorità palestinese. Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas tornerà quindi a Ramallah per un incontro urgente della leadership palestinese. “La Giordania continuerà a lavorare con tutti in modo che, quando si terrà il vertice, sarà in grado di ottenere ciò che le viene richiesto, ovvero fermare la guerra, fornire sostegno umanitario alla popolazione di Gaza e mettere la fine a questa crisi”, ha intanto affermato il ministro degli Esteri giordano, Ayman Al-Safadi. 

“Al momento non può essere fermata” la guerra tra Hamas e Israele, ed è per questo che la Giordania ha deciso di annullare il summit previsto per oggi, si legge ancora in una nota diffusa dal ministro degli Esteri giordano, che accusa Israele di aver compiuto ”massacri”. 

Israele intanto ha ribadito il proprio avvertimento alle persone presenti ancora a Gaza City, chiedendo di spostarsi a sud. In un post sui social, le Forze di difesa israeliane affermano che esiste una “zona umanitaria” con aiuti disponibile ad Al-Mawasi, 28 km lungo la costa dell’enclave palestinese. Centinaia di migliaia di palestinesi hanno lasciato il nord di Gaza mentre Israele si prepara per la prevista offensiva di terra contro Hamas.