(Adnkronos) – “E’ uno sciopero politico”. E’ il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a definire così lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il 17 novembre intervenendo al Forum dell’Adnkronos. Sull’operato del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Ciriani dice che “il ministro Salvini, confortato dal parere del Garante, ha chiesto semplicemente di rimodulare lo sciopero in modo tale di non danneggiare la vita e l’attività di milioni di persone che si devono spostare”.
“Io francamente non trovo un solo motivo per questo sciopero generale: la mia sensazione, che è quasi una certezza, è che la Cgil stia cercando un pretesto per scioperare ormai da mesi. Aveva annunciato lo sciopero prima della manovra finanziaria e l’avrebbe fatto anche se noi nella manovra avessimo scritto il contrario di quanto scritto adesso” sottolinea il ministro per il quale “che sia una sciopero politico preventivo è del tutto evidente”.
“E’ evidente che la Cgil stia cercando di riempire uno spazio politico – afferma ancora Ciriani – e che Landini stia cercando di diventare il capo dell’opposizione, che la Cgil vuole dettare la linea politico-sindacale ed economica alle opposizioni: il problema è che ci sta anche riuscendo. E’ questo il fatto grave: lo sciopero viene usato per affermare una leadership politico-sindacale di Landini sul resto delle opposizioni. Ma scioperare per cosa? Un governo che nella scorsa finanziaria ha messo 30 miliardi di euro sulle bollette per tutelare le famiglie povere e le fasce medio-basse e che ha usato tutto lo scostamento di bilancio ancora per le fasce medio-basse per il taglio del cuneo fiscale per la riduzione delle aliquote, per le mamme con tre figli. Davvero non si capisce la motivazione, tanto è vero che la Cisl non lo fa” afferma.
Nessun pericolo che asset strategici del Paese possano cadere in mani straniere, ha poi assicurato Ciriani sottolineando che “noi siamo al governo anche per garantire la sovranità italiana in ogni settore, la sovranità tecnologica, energetica, alimentare. Le privatizzazioni, se servono, si faranno. Però, che il governo abbia a cuore gli asset strategici del Paese mi pare evidente. Anzi, è un punto qualificante del nostro programma di governo”. “Non siamo qui per svendere pezzi dell’Italia a interessi stranieri, siamo qui per fare l’opposto, per far sì che i settori strategici del Paese siano garantiti. Peraltro, c’è la legge sul Made in Italy che adesso è alla Camera che prevede un fondo strutturale per favorire gli investimenti stranieri e garantire la continuità della proprietà italiana di alcuni comparti fondamentali per la sovranità del Paese. C’è pure il Golden power su questo…”.
“Non siamo qui per svendere pezzi dell’Italia a interessi stranieri, siamo qui per fare l’opposto, per far sì che i settori strategici del Paese siano garantiti. Peraltro, c’è la legge sul Made in Italy che adesso è alla Camera che prevede un fondo strutturale per favorire gli investimenti stranieri e garantire la continuità della proprietà italiana di alcuni comparti fondamentali per la sovranità del Paese. C’è pure il Golden power su questo…”, ha aggiunto.
Quanto all’operazione Tim-Kkr, il ministro Ciriani ha sottolineato che “tutto è stato fatto per garantire che in un settore così importante gli interessi del Paese siano in primo piano. Questo settore, come altri, tecnologici, dell’informazione, sono asset importanti del Paese”.
Il ricorso eccessivo alla decretazione d’urgenza “è un problema con cui il Parlamento si confronta da almeno vent’anni” e risiede nel fatto “che il governo è l’interprete principale dell’attività legislativa. In questo noi non siamo diversi e neanche migliori” rispetto ai governi precedenti, ha detto ancora il ministro per i Rapporti con il Parlamento.
L’esponente di Fratelli d’Italia ha ribadito l’impegno del governo per limitare l’uso dei dl: “Stiamo cercando di ridurre il numero dei decreti e di migliorarne la qualità, rendendoli un po’ più uniformi rispetto al passato”. E alle opposizioni (che lo avevano criticato per aver parlato di “bizantinismi” a proposito dei regolamenti parlamentari) ha risposto: “La fiducia la poniamo molto più spesso alla Camera che al Senato” perché a Palazzo Madama “i regolamenti consentono al sistema istituzionale di funzionare in maniera un po’ più ordinata, garantendo i diritti dell’opposizione e di chi governa. Lo dico da parlamentare, ci sono alcune cose che più che bizantinismi sono incomprensibili, per esempio: quando si pone la fiducia in Senato poi si vota, mentre alla Camera per 24 ore l’attività è ferma. Una cosa che non ha nessun senso”.
“Il mio”, ha precisato Ciriani, “non è un attacco alla Camera o al funzionamento del Parlamento. Non è che il Parlamento deve decidere con un tweet, ma c’è il problema di renderlo un pochino più veloce. Il Senato funziona molto meglio perché si è autoregolamentato, la Camera doveva fare altrettanto. Tra le riforme che dobbiamo fare secondo me c’è anche la riforma dei regolamenti parlamentari, in particolare quello della Camera”, ha osservato il ministro di Fdi.
Il ministro Luca Ciriani all’Adnkronos – Foto