(Adnkronos) – Incidente alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: nella notte fra venerdì e sabato è mancata la fornitura di energia elettrica all’impianto, controllato dal marzo 2022 dalle forze della Federazione Russa ma ancora gestito dai tecnici ucraini, cha hanno dovuto attivare generatori di emergenza ed effettuare manovre eccezionali per evitare “la catastrofe”, come ha dichiarato il ministro per l’energia.
“Nella centrale occupata i dirigenti ucraini hanno dovuto comunque gestire l’emergenza di cui non sono certo responsabili – afferma all’Adnkronos Mario Scaramella, consulente della Agenzia Statale ucraina per la Gestione delle Emergenze Nazionali che fa capo al ministero dell’Interno – E’ chiaro infatti che, chiunque sia in controllo militare, la gestione delle emergenze avviene poi secondo i medesimi protocolli: al livello di primo intervento i pompieri sono sempre gli stessi e abbiamo visto durante l’invasione cambiare i capi a Irpin e Bucha, Chernobyl ma non gli operativi. Per questo stiamo concentrando la formazione e il supporto a livello di agenzie tecniche, quelle neutrali, che aiutano le persone, proteggono l’ambiente e garantiscono la sicurezza delle infrastrutture al di là della direzione politica e della situazione militare”.
“Sappiamo che il lavoro dei tecnici è stato esemplare nonostante il corto circuito nella catena di comando fra russi ed ucraini”, spiega Scaramella spiega secondo cui l'”allerta c’è ancora”: “dal distretto principale in Kyiev non abbiamo informazioni di prima mano, siamo lontani dal fronte e ci occupiamo dei bombardamenti, sempre più massicci, sulla capitale e soprattutto della sicurezza di Chernobyl, minacciata da sabotatori ed incendiari provenienti da oltre il confine bielorusso, ma percepiamo come la situazione sia cambiata. Per la prima volta dall’inizio della guerra sembra che Putin possa vincere, che queste strutture ed emergenze possano finire definitivamente sotto il controllo russo. Per questo proponiamo di escludere alcune infrastrutture e beni giuridici dal conflitto, proprio nella nuova ottica di incertezza circa il futuro di questi territori”. “L’opinione pubblica non ha colto la gravità del momento”, conclude, ma “l’Agenzia per la gestione delle Emergenze Nazionali oggi ha un ruolo chiave e importantissimo”.